Al Salone Satellite 2016, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai designer emergenti, lo studio di design Proof of Guilt ha presentato Alteration, un sistema illuminante che, producendo colori diversi, muta l’atmosfera dello spazio. Si sa quanto il colore e la luce dell’ambiente in cui viviamo abbiano il potere di influenzare il nostro umore e l’idea alla base della lampada Alteration nasce proprio da questo fattore.
Alteration è un set di oggetti dal design minimalista: una lampada a sospensione (regolabile in altezza grazie a un meccanismo dotato di carrucola e contrappesi) e un piatto che riflette la luce. Appoggiando degli oggetti colorati sul piatto, la lampada opportunamente regolata ne riflette il colore che viene emanato nell’ambiente circostante.
Nella produzione di Proof of Guilt c’è anche Hang Out, una serie di appendiabiti realizzati con bastoni in legno e supporti in ferro. Il design geometrico molto semplice sembra prendere spunto dalle forme degli attrezzi che si trovano nelle palestre.
Lo studio Proof of Guilt è stato fondato a Berlino da Guillaume Neu-Rinaudo e Birgit Severin, due giovani designer che si sono formati alla Design Academy di Eindhoven.
“Smart, simple, full of character”: è una definizione davvero appropriata per la cucina Miniki slimline, un sistema componibile molto compatto e funzionale che risolve i problemi di spazio senza rinunciare ad un’estetica molto attraente.
Miniki è la soluzione perfetta e soprattutto non invasiva da adottare in un monolocale, in un open space, in un appartamento da dedicare all’affitto a breve, in una casa di vacanza, in un ufficio o in qualunque spazio dove può capitare di cucinare ma dove una cucina “normale” sarebbe troppo o poco appropriata.
Miniki può anche essere una valida alternativa per chi, pur avendo lo spazio necessario, non ama l’aspetto delle classiche cucine e vuole qualcosa di diverso. O anche per chi ha una vita nomade e si trasferisce spesso in una casa nuova.
Grazie al coperchio ribaltabile che nasconde il lavello e il piano cottura, la cucina quando non serve sparisce e assume le sembianze di una console sospesa dal design moderno e minimale che arreda con discrezione ed eleganza.
Il design contemporaneo molto pulito è caratterizzato da maniglie integrate nelle ante che spariscono alla vista e dagli spessori dei vari pannelli scanditi da colori a contrasto o dalla piacevole rigatura del multistrato in legno.
Miniki riserva anche un’altra piacevole sorpresa: con una bellissima palette di ben quindici colori coordinabili si possono creare come in un gioco accostamenti cromatici a contrasto molto particolari che si rivelano solo quando si alza il “coperchio della scatola”.
Il sistema è composto da tre moduli base che replicati possono dare luogo a composizioni adatte a qualsiasi spazio.
Miniki è prodotta a mano in Germania con materiali di qualità che durano nel tempo.
FRAME & REST
Al Salone Internazionale del Bagno, nell’ambito del Salone del Mobile di Milano che si è appena concluso, ex.t ha presentato due nuove collezioni: Plateau del designer tedesco Sebastian Herkener e Frame & Rest di Norm Architects. In questo post parliamo di quest’ultima, una collezione che ci è piaciuta particolarmente.
Come suggerisce il nome, la collezione Frame & Rest ha due “anime” che la rendono adatta non solo al bagno ma anche ad altri ambienti della casa. Frame è un sistema componibile caratterizzato da un design minimale, grafico e leggero che si ispira agli interni industriali e allo stile danese. La struttura in esile profilato metallico bianco o nero che nel bagno accoglie il lavabo, la vasca, lo specchio, i piani, i cassetti e i box contenitivi può essere utilizzata per progettare console o pensili molto funzionali ed esteticamente molto piacevoli anche per il living. I piani e i contenitori possono essere realizzati in diverse tipologie di materiale, dal legno al marmo, alla pietra fino all’innovativo materiale LivingTec®.
Frame
Accanto alla linea Frame, la collezione FRAME & REST di ex-t propone la linea Rest (foto sotto) che include un daybed e un puff con struttura in tubolare metallico valorizzato da particolari in ottone e da cuscini in eco-pelle ispirati nel design all’elegante estetica Bauhaus.
Rest
In occasione del Salone del Mobile 2016 in corso in questi giorni, Arper presenta una evoluzione della seduta Catifa 46 disegnata da Lievore Altherr Molina. Trascorsi quindici anni dal suo esordio, questa sedia continua ad essere uno dei pezzi forti di Arper che quest’anno introduce nella collezione una gamma di nuovi colori molto attraenti giocati a contrasto tra scocca e basi oppure in versione monocromatica: fumo, giallo, rosé, petrolio e avorio.
Anche Catifa 53 (foto sotto) si rinnova con l’introduzione di una nuova versione opaca/mat, con un nuovo rivestimento in pelle e anche con una nuova scocca in legno di teak.
Le novità della famiglia di sedute sono le protagoniste di un allestimento dedicato nello showroom milanese di Arper in via Pantano 30.
Al Salone del Mobile 2016, la lounge chair CH22 disegnata da Hans J. Wegner nel 1950 viene riproposta da Carl Hansen & Son in una riedizione che rispetta fedelmente gli schizzi originali del grande maestro del design danese. Questa elegante poltrona in legno con schienale basso, braccioli e seduta in corda di carta intrecciata fu uno dei primi progetti di Wegner e ancora oggi viene realizzata interamente a mano con metodi artigianali tradizionali.
Accanto alla CH22, Carl Hansen & Son presenta anche un altro progetto di Hans J. Wegner che condivide lo stile della CH22 lounge chair ma che non entrò mai in produzione: la seduta CH26. Rispetto agli schizzi originali in questo caso la sedia è stata alzata di due centimetri per adeguarla alle misure dei tavoli che sono oggi più alti.
Oltre alle sedute di Wegner, Carl Hansen & Son presenta anche una nuova collezione di cinque tappeti pezzi unici disegnata dalla scultrice Naja Utzon Popov. Nei decori i tappeti riprendono le venature del legno.
Carl Hansen & Son coglie l’occasione della Design Week per inaugurare il suo nuovo showroom milanese di Foro Buonaparte dove espone numerosi pezzi rappresentativi della capacità artigianale danese, non solo firmati da Hans J. Wegner ma anche da Kaare Klint, Ole Wansher, Poul Kjærholm, Frits Henningsen, Mogens Koch insieme a progetti di Tadao Ando e EOOS.