Da ambiente prettamente funzionale, il bagno si trasforma sempre più in un luogo progettato per essere uno spazio dedicato al benessere. Sulla scia di questo trend, anche i soffioni doccia si evolvono. Nel rendere il momento della doccia più rilassante e distensivo, la luce acquisisce un ruolo importante tanto quanto l’acqua. LampShower (foto sopra) progettato per Axor da Oki Sato dello studio di design giapponese Nendo ne è un esempio evidente. A prima vista infatti LampShower sembra una lampada a stelo del tutto simile a quelle che si possono trovare in altri ambienti della casa. Dalla corona del paralume però scende l’acqua che, illuminata dalla luce integrata, si trasforma in una pioggia rivitalizzante e distensiva. LampShower si può montare sia a parete che a soffitto.
Dynamo Shower di Cristina Rubinetterie è un soffione che integra nel perimetro un’illuminazione a led. Anche in questo caso l’acqua e la luce si fondono rendendo la doccia un momento di piacere. Dynamo Shower ha però un’ulteriore particolarità: grazie ad una turbina posta dentro al soffione, è l’acqua stessa a produrre l’energia necessaria per il funzionamento dei led. Questo sistema facilita l’installazione del soffione perché non sono necessarie parti elettriche.
Closer di Diego Grandi per Zucchetti non è dotato di luce ma dalle lampade prende a prestito la forma. Grazie al sistema basculante a parete con braccio snodato, il flusso dell’acqua può essere direzionato verticalmente e orizzontalmente per creare sul corpo un massaggio personalizzato che può essere delicato e rilassante oppure energico e rigenerante.
Nel suggestivo spazio di via Savona 56, nel contesto della scenografia “trasparent mosaic maison” creata dal designer giapponese Oki Sato dello Studio Nendo, Bisazza Bagno presenta anche, oltre alle collezioni disegnate da Jaime Hayon e Marcel Wanders, la nuova collezione firmata dallo stesso Studio Nendo. Il tema conduttore è la “scatola” da cui è generata l’intera collezione composta da vasca, lavabi e cassettiere. Le linee geometriche dei vari elementi sono scaldate dalla presenza di un materiale naturale come il legno di larice nelle tonalità del biondo dorato che danno al bagno una sensazione di grande accoglienza. Oki Sato ne parla così: “In passato in Giappone il bagno era un luogo adatto per la comunicazione. Le famiglie usavano fare il bagno insieme e fino a poche decine d’anni fa i bagni pubblici erano molto diffusi. Oggi il momento nel bagno è diventato un’esperienza molto privata e confortevole anche in Giappone. Per la mia collezione ho immaginato il bagno come un ambiente molto intimo e accogliente dove potersi anche lasciare andare ad un momento di “raccoglimento”. Uno spazio silenzioso ma confortevole, che ti permette di comunicare con te stesso, così come accadeva nelle tradizionali sale da tè in Giappone.” La collezione è completata da molti accessori tra cui contenitori, vasi, orologi, mensole e specchi.
E’ molto bella l’idea della foto con la moltitudine di specchi rotondi con cornici diverse, come se degli oblò bucassero la parete. Sul tema della moltiplicazione degli specchi rotondi partiamo da quello singolo molto minimale di Hay, lo Strap Mirror in metallo e silicone. Lo Specchio della linea di complementi d’arredo di Glass Project prodotta da Vetraria Pescini sovrappone invece due forme tonde. Infine per moltiplicare il tondo a piacere c’è Pacco Round di Deknudt Mirrors, uno specchio a moduli componibili.
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