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Ufficio open space o ufficio suddiviso in stanze ?

Paul Crofts studio Fold7

Ufficio open space o ufficio suddiviso in stanze ?

In nome del lavoro di team e della condivisione, gli uffici suddivisi in stanze stanno diventando sempre più rari.

Il concetto di open space ebbe origine negli anni ’50.

Inizialmente adottato dalle grandi multinazionali, in seguito si è diffuso sempre di più anche nelle aziende medio-piccole.

Ufficio open space o ufficio suddiviso ? Plus e minus

E’ vero che entrambe le alternative hanno vantaggi e svantaggi, ma numerosi studi dimostrano che i grandi spazi di lavoro condivisi riducono la qualità del lavoro.

Il più grande plus dell’open space è senz’altro il contatto più vicino fra capo e dipendenti che, diminuendo la distanza psicologica, favorisce il lavoro di team, rafforza lo spirito di gruppo e stimola ognuno a svolgere al meglio la propria funzione.

Paul Crofts studio Fold7

Di contro nei grandi ambienti aperti la privacy è limitata e chi lavora è costretto ad una socializzazione forzata che è spesso difficile da gestire.

Il rumore continuo, le voci e le telefonate, il passaggio delle persone, le condizioni termiche e di illuminazione non sempre ideali per tutti non giovano certo al benessere e alla concentrazione.

Per quanto riguarda il rumore, alcuni studi provano che le conversazioni dei colleghi sono uno dei fattori principali di irritazione.

In particolare più che il volume delle voci, ciò che infastidisce è il contenuto semantico delle conversazioni che inevitabilmente distrae chi non è coinvolto nello scambio.

Paul Crofts studio Fold7

Ciò crea difficoltà di concentrazione, stanchezza precoce, irritabilità e scontentezza con un conseguente calo del rendimento e una diminuzione della qualità del lavoro.

Nonostante tutte queste considerazioni, per massimizzare l’utilizzo degli spazi e ridurre quindi i costi, le aziende adottano sempre più la soluzione open space anche quando il tipo di lavoro e la funzione svolta non richiederebbe necessariamente il lavoro in team.

Peccato che non venga considerato che il vantaggio economico viene compromesso da un calo di produttività dovuto proprio alle condizioni ambientali.

E non ultimo, che un ambiente di lavoro non ideale incide pesantemente sulla soddisfazione di chi lavora.

Paul Crofts studio Fold7

Se deve essere open space, allora almeno che sia fatto bene

Per limitare i problemi negli uffici condivisi, l’open space deve essere progettato tenendo conto di molti fattori che vanno ben al di là degli aspetti estetici.

Ad esempio, le singole postazioni devono avere determinate dimensioni e devono essere rese disponibili delle zone tranquille e silenziose separate dallo spazio condiviso in cui le persone possano ricaricarsi.

Ufficio open space o ufficio suddiviso

Paul Crofts studio Fold7

Per quanto riguarda il miglioramento del comfort acustico, un’ottima soluzione è posizionare dei pannelli fonoassorbenti nell’ambiente.

A seconda delle caratteristiche specifiche dello spazio, si potranno utilizzare pannelli fonoassorbenti a soffitto, a parete e come divisori fra le scrivanie.

Questi ultimi potranno anche avere la funzione di aumentare la privacy delle postazioni.

Le immagini mostrate in questo articolo si riferiscono al progetto realizzato da Paul Crofts Studio per la sede londinese dell’agenzia pubblicitaria Fold 7.

In questo progetto sono state adottate tutte le misure per migliorare le condizioni dell’ambiente lavorativo.

Ufficio open space o ufficio suddiviso in stanze ?

PORTABLE ATELIER MOLESKINE BY DRIANDE

Portable Atelier Moleskine by Driande

portable atelier moleskine by driade

Moleskine, brand famoso per il suo taccuino nero e Driade, azienda dell’arredamento di design, hanno collaborato per creare Portable Atelier, una capsule collection destinata ad ampliarsi nel tempo e che comprende una linea di oggetti e arredi per l’ufficio.
La passione per la creatività e la cultura, valori condivisi dai due brand, vengono interpretati nella collezione progettata da Philippe Nigro con un design semplice che sviluppa il concetto di una postazione di studio o di lavoro “nomade”, concepita cioè per essere facilmente spostata nei diversi spazi della casa o dell’ufficio e pensata per essere personalizzata a seconda dei gusti e delle esigenze.
L’elemento centrale della collezione è una mensola in legno completata da elementi scorrevoli in metallo di diverse colorazioni.
Riprendendo le linee semplici e l’abbinamento di materiali della mensola, il designer francese ha creato una scrivania dall’immagine leggera che nel piano a ribalta accoglie il laptop, la cancelleria e i cavi facendo sì che la postazione risulti sempre in ordine. La scrivania ha struttura in lamiera di acciaio verniciato nero opaco con dettagli in rovere e piano ribaltabile in multistrato di betulla con finitura in rovere e può essere personalizzata con pannelli ed elementi scorrevoli per i fogli.
La collezione comprende anche uno sgabello a tre piedi con seduta circolare regolabile in altezza e una serie di contenitori e portapenne in legno e metallo declinati in numerosi colorazioni.

portable atelier moleskine by driade

portable atelier collection

mensole portable atelier

POLTRONA PARIGI DI ALDO ROSSI

poltrona Parigi Unifor

La poltrona Parigi è, insieme alla libreria componibile Cartesio e al tavolo Consiglio, uno degli arredi che definisce l’ufficio ideale secondo Aldo Rossi, una delle personalità di maggior spicco che più contribuì negli anni ’80 non solo l’evoluzione dell’architettura contemporanea ma anche dell’urbanistica, del design industriale e della loro teorizzazione. Disegnata nel 1989, la poltrona Parigi è un segno essenziale dal carattere forte che risponde con grande funzionalità alle esigenze dell’ambiente ufficio, interpretato da Aldo Rossi come spazio domestico per lavorare. La struttura a vista in alluminio verniciata nel colore nero contrasta con la finitura a smalto in rosso acceso del sedile e dello schienale in poliuretano espanso. La poltrona Parigi è uno dei pezzi classici della produzione di Unifor.

poltrona Parigi Unifor

arredamento uggicio Unifor

ARPER AL WORKPLACE 3.0

pannelli fonoassorbenti parentesit

Al Workplace3.0 / SaloneUfficio, la sezione del Salone del Mobile dedicata al mondo dell’ufficio, Arper ha presentato alcune interessanti novità progettate per rispondere alle nuove esigenze che riguardano l’allestimento di spazi lavorativi, spazi che si stanno evolvendo profondamente per diventare più fluidi, creativi, condivisi e versatili. Parentesit dello studio Lievore Altherr Molina è un bellissimo pannello modulare fonoassorbente che con le sue forme ovali, quadrate e circolari declinate in colori vivaci rende più confortevoli gli ambienti lavorativi open space decorandoli allo stesso tempo in modo contemporaneo e impattante. I pannelli Parentesit possono essere accessoriati con fonti luminose e casse acustiche. Inoltre Arper ha presentato Kinesit, la sua prima seduta “tecnica” per l’ufficio. Caratterizzata da linee leggere, lineari ed eleganti, Kinesit è dotata di meccanismi integrati per garantire le più elevate prestazioni ergonomiche ed è proposta con diverse tipologie di struttura, con rivestimenti in tessuto e in pelle e in un’ampia gamma di colori e finiture.

Pannelli Parentesit e seduta Kinesit

Pannelli fonoassorbenti Parentesit e seduta Kinesit

Seduta Kinesit

Seduta Kinesit

La terza novità di Arper è Cross dello Studio Fattorini+Rizzini+Partners, un tavolo in legno scultoreo e versatile che con le sue dimensioni generose è perfetto per creare postazioni di lavoro condivise e sale riunioni ma che si presta anche molto bene ad arredare gli ambienti domestici.

Tavolo Cross Arper

Tavolo Cross

Tavolo Cross Arper

 

NUOVE SEDUTE VELA DI TECNO

sedute Vela Tecno

Le nuove sedute Vela di Tecno hanno tutte le qualità ergonomiche necessarie a garantire massimo confort quando si lavora in ufficio. Ma non solo: l’ampia famiglia Vela, declinata in modelli a razze, a slitta, cantilever e a quattro gambe in legno, include anche declinazioni adatte all’utilizzo negli spazi residenziali. Il design piacevole, firmato dallo studio Lievore Altherr Molina in collaborazione con il Centro Progetti Tecno, è coniugato con soluzioni tecnologiche innovative: un sofisticato meccanismo integrato nel corpo della seduta ne modifica automaticamente l’assetto in funzione del peso dell’utilizzatore permettendogli così di assumere sempre la postura più corretta. Inoltre, nelle versioni con seduta regolabile, il comando integrato nella base del sedile è facilmente raggiungibile senza per questo presentare antiestetici meccanismi a vista.
Nella sezione Salone Ufficio del prossimo Salone del Mobile di Milano che si terrà fra pochi giorni, accanto alle sedute Vela Tecno presenterà anche Multy dei due designer Gabriele e Oscar Buratti. Multy è un nuovo sistema di pannelli fonoassorbenti per dividere gli spazi costituito da elementi facilmente aggregabili grazie a giunzioni a scatto. I pannelli possono essere attrezzati con diversi tipi di complementi. Il sistema nasce per creare partizioni, ambienti e micro postazioni in spazi open space lavorativi ma, visto il design semplice e colorato, potrebbe anche essere una valida soluzione per schermare delle zone in spazi abitativi aperti.

sedute Vela Tecno

Sedute Vela di Tecno

sedute Vela Tecno

Sistema pannelli divisori Multy di Tecno

Sistema pannelli divisori Multy di Tecno

Sistema pannelli divisori Multy di Tecno

Sistema pannelli divisori Multy di Tecno