Direttamente collegato con un corridoio esterno alla grande casa di famiglia, l’edificio realizzato a Yaizu City dallo studio di architettura giapponese mA-style architects permette ad una coppia di vivere vicino ai parenti senza rinunciare ad uno spazio per godersi la propria libertà. La sequenza di elementi in legno a V rovesciata che sorreggono il tetto anch’esso di legno, appoggiata su una struttura rettangolare di muratura bianca con finestre, crea alle estremità dell’edificio due belle aperture vetrate triangolari. La cucina e le camere da letto rimangono nella casa di famiglia. Nell’interno tutto aperto della dependance una serie di nicchie ricavate sui lati lunghi dello spazio ospitano altre funzioni come lo studio e le librerie. Alcune scalette portano su un soppalco nel sottotetto dove trova spazio una zona letto. L’illuminazione è assicurata da semplicissime lampadine nude che pendono dalle V del soffitto.
Il modo di concepire l’architettura, gli spazi e gli interni degli architetti giapponesi mi ha sempre colpita molto. Probabilmente per la loro storia e cultura, il loro gusto estetico ma anche per le limitazioni dovute alla mancanza di spazio delle città giapponesi densamente abitate, gli architetti giapponesi riescono a progettare anche in pochissimi metri quadrati delle abitazioni che coniugano la funzionalità con un’estetica secondo me ineguagliabile. Nei progetti mettono solo ciò che serve senza sbavature raggiungendo così una sintesi che si traduce in pura bellezza. Nonostante l’estrema pulizia delle linee e il minimalismo fatto di pochi elementi, materiali e colori le loro realizzazioni non sono mai fredde o banali. Maestri dell’arte del togliere, riescono a trovare soluzioni innovative e a progettare edifici e ambienti a misura d’uomo. Attraverso la scelta dei materiali e la cura dei dettagli sono capaci di creare un’atmosfera particolare che, attraverso la ricerca della semplicità e dell’armonia, evoca tranquillità, risulta calda e accogliente e nella quale viene voglia di vivere.
E voi cosa ne pensate?
Sfruttando la tecnologia LED che permette l’uso di materiali diversi rispetto a quelli utilizzabili per le lampadine convenzionali, Nacho Carbonell ha creato per Booo una lampada fatta di gomma che sfida la fragilità delle lampadine di vetro. Il risultato è una lampada molle e indistruttibile che può essere manipolata, pizzicata e spremuta.
Nendo in collaborazione con l’azienda giapponese Taniguchi Aoya Washi ha realizzato una serie di lampade dalla forma “stropicciata” fatte con la tradizionale carta tridimensionale washi. Per produrle è stato messo a punto un metodo che permette di ottenere con la carta risultati molto simili a quelli ottenibili con la plastica o il vetro. Le stropicciature, più fitte nella parte superiore, creano un effetto “morbido”.
Unfold di Muuto riprende la forma delle classiche lampade industriali utilizzando il silicone. Questo materiale rende “calda” la superficie della lampada che, schiacciata, può essere confezionata in un imballo di dimensioni contenute.