Il brand scandinavo Moebe ha presentato tre novità a Imm Cologne, la fiera dedicata all’arredamento d’interni che si è conclusa il 21 gennaio.
In questo articolo iniziamo a raccontarvi dei due nuovi prodotti Floating Leaves e Shelving System.
La terza novità sarà invece il tema dell’articolo che pubblicheremo domani.
Floating Leaves è un’idea decorativa alternativa ai soliti quadri che si ispira alle illustrazioni botaniche di inizio ‘900.
I soggetti della serie sono stampati su pellicola trasparente e racchiusi in cornici di legno.
Grazie al supporto trasparente, le foglie sembrano galleggiare nell’aria e acquisiscono un effetto tridimensionale.
Floating Leaves nasce dalla collaborazione fra Moebe e altre due sigle del design di Copenhagen, Paper Collective e Norm Architects.
Shelving System è invece un nuovo sistema per comporre scaffalature che si montano senza bisogno di attrezzi.
Gli elementi del sistema sono tenuti insieme solo grazie a degli appositi cunei.
Questo sistema intelligente nella sua semplicità permette di montare i ripiani in qualsiasi posizione.
Se volete scoprire la terza novità di Moebe, leggete l’articolo che pubblicheremo domani.
A Torino, in un edificio progettato nel 1907 dall’architetto Fenoglio, un intero piano è stato oggetto di un restauro conservativo a cura dell’architetto Marco Bernini.
La facciata dell’edificio di grande valore architettonico è decorata in stile Art Nouveau ed è caratterizzata sugli angoli da bow window.
Purtroppo, a causa dei lavori effettuati per adattare gli spazi a uffici pubblici, gli interni avevano perso il loro valore architettonico e strutturale originario.
I grandi saloni erano stati suddivisi in ambienti più piccoli. La prima operazione è stata quindi l’eliminazione delle partizioni interne.
Questo intervento ha permesso di dare nuovamente respiro all’estensione dei soffitti a travi ribassate e ha riportato la luce naturale negli interni.
La pavimentazione in legno è stata finita con una laccatura bianca che esalta ulteriormente la luminosità degli ambienti.
Per mantenere la continuità visiva degli spazi e renderli funzionali per l’uso abitativo, all’interno delle unità sono state costruite delle “scatole” che contengono i servizi e le cabine armadio.
I volumi sono stati messi in evidenza attraverso un contrasto di materiali e colori neutri come il nero, il grigio e il bianco.
La zona dedicata ai bambini è stata ricavata in quota su un mobile/soppalco dove il letto e la libreria fanno da parapetto.
La struttura in metallo di questo elemento è smontabile e reversibile.
Il rivestimento in MDF lavorato con decorazioni superficiali è rifinito con laccature antigraffio.
Su uno dei lati del mobile/soppalco che integra armadiature e cabine è ancorata la scala a sbalzo formata da un “foglio” in metallo piegato.
Il soppalco è completamente cablato.
Grazie al Restauro conservativo e all’essenzialità del progetto di interni dell’architetto Marco Bernini, bastano pochi pezzi di arredamento per personalizzare gli ambienti.
Nella collezione Bonsai di Arflex, che l’ispirazione venga dalla cultura giapponese è suggerito non solo dal nome ma anche dal design.
Nonostante la chiara citazione all’estetica giapponese, la collezione è firmata dal trio svedese formato dagli architetti/designer Mårten Claesson, Eero Koivisto e Ola Rune.
Le linee morbide delle sedute evocano infatti le forme tondeggianti delle piante dei giardini giapponesi modellate con il caratteristico metodo di potatura.
Nella prima versione gli elementi imbottiti sono sospesi da terra grazie a una struttura dotata di piedini metallici laccati neri.
La seconda versione ricorda invece ancora di più l’estetica giapponese: qui le forme imbottite sono appoggiate su un basamento realizzato in legno tinto wengé, rovere o cioccolato.
In questo caso la piattaforma in legno crea un’isola che fa da piano di appoggio non solo per le sedute ma anche per altri oggetti.
Questa configurazione riprende l’immagine del “tokonoma”, una piccola alcova rialzata che è in alcuni casi presente nella stanza in stile tradizionale giapponese con il pavimento formato da tatami.
Claesson Koivisto Rune fondarono il loro studio nel 1995 dedicandosi all’architettura.
A questi progetti si aggiunse presto il design di prodotti per importanti brand internazionali.
La luna piena ha sempre avuto un fascino particolare.
Kazuhiro Yamanaka si è ispirato proprio a questo satellite, l’unico della Terra, per progettare Collapsible Moon, una lampada sicuramente fuori dal comune.
Si tratta di una luce che assomiglia ai riflettori circolari utilizzati dai fotografi per illuminare meglio il set.
La struttura della lampada può essere espansa e ripiegata su se stessa con un gesto molto semplice e veloce.
Per farvi un’idea più precisa, guardate questo video.
Nel bordo della struttura in acciaio è integrata una strip Led che emana la luce verso il centro del cerchio.
L’effetto luminoso è molto simile a quello naturale della luna.
Kazuhiro Yamanaka è nato a Tokyo nel 1971 e ha studiato al Royal College of Art di Londra.
Il designer si dedica alla progettazione di arredamento e di lampade e alla creazione di installazioni.
Oltre che con Pallucco, il brand per cui ha disegnato la Lampada Collapsible Moon, Kazuhiro Yamanaka ha collaborato con aziende fra cui Ingo Maurer, Alessi e Boffi.
I suoi progetti sono stati inseriti in importanti collezioni come ad esempio quella del MoMA di New York.
Per alcuni musei come il Victoria & Albert Museum e per numerose marche ha creato delle installazioni luminose.
Inoltre è stato nominato professore associato alla Musashino art University.
Il progettista giapponese Yasuhiko Itoh disse:
“Le culture Giapponese e Italiana sono simili per l’amore verso il legno ed i suoi manufatti in tutte le loro forme e declinazioni.”
Il brand italiano Molteni condivide la passione per il legno nell’accezione descritta da Itoh e il design degli arredi che mostriamo in questo articolo lo dimostrano.
Disegnati in epoche diverse, entrambi gli Arredi Molteni danno al legno forme particolari e molto differenti.
Il primo arredo è la libreria MHC.2 disegnata nel 1959 proprio dal progettista giapponese Yasuhiko Itoh.
La libreria è realizzata in legno curvato, una lavorazione complessa per l’epoca.
La struttura è costituita da stecche che hanno un’anima di iroko con doppio strato di pioppo, impiallacciatura esterna in teak e verniciatura protettiva opaca.
La libreria MHC.2 fa parte della Heritage Collection, una collezione che comprende la riedizione di alcuni pezzi storici dell’archivio Molteni.
Il secondo arredo è ben più recente, si chiama Teorema ed è disegnato da Ron Gilad.
Teorema è una micro architettura che può diventare comodino, cassettiera o semplicemente piano di appoggio.
I contenitori a cassetto o a giorno hanno struttura sfaccettata a diamante ricavata da un unico pezzo rivestito in noce canaletto o eucalipto.
Gli elementi di Teorema possono essere usati singolarmente a terra oppure si possono sovrapporre uno sull’altro per creare composizioni diverse:
regolari con apertura solo su un fronte o su due fronti contrapposti oppure più movimentate dove i cassetti impilati su rotazioni diverse creano una torre a spirale.