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Scultura in movimento creata da Larose Guyon

scultura Larose Guyon

Scultura in movimento creata da Larose Guyon

La scultura interattiva creata da Larose Guyon per l’hotel EMC2 di Chicago rappresenta un’affascinante sintesi fra arte e scienza.

Si tratta di un macchinario ad ingranaggi che si ispira allo zootropo, una invenzione che contribuì alla nascita del cinema.

Lo zootropo era una specie di “giocattolo ottico” che fu ideato nel 1834 da William George Horner e da Austrian Stampfer.

 

copper-in-motion_Larose-Guyon_EMC2-Hotel_Chicago from Félix Guyon on Vimeo.

scultura Larose Guyon

Per mettere in movimento la scultura, occorre girare una manovella che nella forma ricorda un fiore di pizzo.

Attraverso un sistema di ingranaggi, il moto viene trasmesso ad una grande ruota sulla quale sono posizionate 44 coppie di ali realizzate in rame tagliato al laser.

Guardando dentro l’obiettivo si assiste al movimento delle ali che battono leggere, una visione poetica e romantica dove la materia, prima fredda e inerte, prende vita.

scultura Larose Guyon

scultura Larose Guyon

Nonostante tutte le componenti meccaniche della macchina siano in vista, solo guardandola è impossibile intuire qual è la sua funzione.

Questo fattore, insieme alla grande complessità di tutto il meccanismo, crea un alone di mistero molto intrigante.

In questa macchina/scultura c’è molta bellezza, non solo dal punto di vista estetico ma nei concetti che l’opera trasmette:

la celebrazione della bellezza della natura attraverso il volo degli uccelli, un’immagine che da sempre è simbolo di libertà;

la bellezza estetica dei materiali e delle forme, valorizzati dal saper fare dell’artigiano;

la bellezza della macchina di per sé, un tema che richiama uno dei principi fondamentali del movimento Futurista (la macchina in quanto simbolo della modernità, del rinnovamento e delle trasformazioni sociali).

La scultura di Larose Guyon è anche un omaggio all’ingegno dell’uomo ma può essere anche uno spunto di riflessione sul fatto che il progresso scientifico deve rispettare la natura.

scultura Larose Guyon

Scultura in movimento creata da Larose Guyon

Chi è Larose Guyon

Il brand Larose Guyon è stato fondato da Audrée L. Larose e Félix Guyon a Verchères, un villaggio vicino a Montreal in Canada.

Larose Guyon progetta e realizza in collaborazione con artigiani selezionati delle lampade molto sofisticate ed eleganti.

Il brand canadese si prefigge di ricercare l’armonia nell’utilizzo dei materiali di lusso attraverso una grande sobrietà formale per creare oggetti di alta gamma, originali, distintivi e curati nei minimi dettagli.

“…Attraverso un’estetica romantica, contaminiamo la vita quotidiana con la bellezza poetica di oggetti di lusso creati con passione e umiltà.” spiegano i due designer.

Scultura in movimento creata da Larose Guyon

Contaminazioni fra arte e design : le scale di Escher in un hotel

interno Studio 10

Contaminazioni fra arte e design : le scale di Escher in un hotel

Nell’articolo di oggi continuiamo a parlare di contaminazioni fra arte e design.

Nel progetto di interni di cui abbiamo parlato venerdì l’ispirazione veniva dal cinema.

Oggi invece mostriamo un progetto che si ispira all’arte.

Si tratta del ridisegno degli interni di un hotel in Cina ad opera dello Studio 10 che evoca le opere surrealiste di Maurits Cornelis Escher.

interno Studio 10

L’artista olandese disegnava spazi immaginari che lui stesso definiva “costruzioni impossibili”.

I designer dello Studio 10 hanno quindi scelto una sfida tutt’altro che facile per disegnare due delle dieci camere dell’albergo Other Place Hotel Guilin.

La frase di Escher

“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile”

sembra quasi un invito a provarci.

interno Studio 10

Osservando le affascinanti litografie di Escher si prova una sensazione di straniamento perché mancano i punti di riferimento a cui siamo abituati:

l’alto e il basso, la sinistra e la destra si perdono in spazi infiniti percorsi da una selva di scale senza inizio né fine.

La moltiplicazione di elementi architettonici confonde la mente e la moltitudine di porte e finestre suggerisce la presenza di luoghi segreti.

Con questi spazi onirici Escher stimola una riflessione su ciò che è reale e ciò che è solo apparenza.

interno Studio 10

Il progetto di interior design di Studio 10

Per suscitare la sensazione di disorientamento tipica delle immagini di Escher i designer dello studio cinese Studio 10 hanno giocato prevalentemente su tre fattori: il colore, la luce e l’essenzialità.

Il colore, rosa pallido per la camera Dream e verde intenso per la camera Maze, veste internamente lo spazio creando un involucro omogeneo dove pareti, pavimenti e soffitti si confondono.

interno Studio 10

La luce indiretta che bagna tutto lo spazio è emanata da apparecchi e strisce LED completamente nascosti in scuretti creati nelle murature o nel contorno di finte porte.

La combinazione di colore e luce crea un’atmosfera surreale e rarefatta.

L’essenzialità è il terzo ingrediente:

gli arredi avrebbero costituito dei punti di riferimento quindi sono stati limitati solo a ciò che è davvero indispensabile.

Dentro alle “scatole” colorate sono state costruite le stanze e un certo numero di scale, alcune effettivamente utili e altre solo scenografiche che portano a finte porte nere o dorate.

interno Studio 10

Shi Zhou, fondatore dello Studio 10 è da sempre un estimatore di Escher.

Il progetto per l’albergo Other Place Hotel Guilin prende spunto da una delle architetture impossibili più celebri di Escher, la litografia del Belvedere.

interno Studio 10

Qualche curiosità su Maurits Cornelis Escher

Nato nel 1898, l’incisore e grafico olandese Escher dal 1923 al 1935 vive a Roma.

Durante la sua permanenza in Italia l’artista, che ricorda il periodo come i migliori anni della sua vita, viaggia molto per trovare ispirazioni nei paesaggi.

In particolare lo colpiscono le particolari strutture dei piccoli borghi della Calabria e della Sicilia.

A causa della difficile situazione politica causata dal fascismo, Escher si trasferisce in Svizzera e poi, negli anni ’40, in Belgio e in Olanda.

Nei paesaggi di questi Paesi Escher non trova grande ispirazione, quindi da realistica la sua produzione artistica diventa una surreale rappresentazione del suo mondo interiore.

interno Studio 10

Le opere di Escher fatte di simmetrie e paradossi geometrici hanno molto a che fare con la matematica.

Forse anche grazie alle molte amicizie che l’artista ha stretto con diversi matematici.

Gli spazi deformati e i mondi alternativi di Escher furono molto apprezzati dalla controcultura dell’epoca, tanto è vero che Mick Jagger chiede all’artista di creare un’opera per una copertina di un album dei Rolling Stones.

Escher però rifiutò probabilmente infastidito dalla eccessiva informalità con la quale Mick Jagger gli si era rivolto.

Contaminazioni fra arte e design

Contaminazioni fra arte e design : le scale di Escher in un hotel

Motivi optical : la geometria che inganna l’occhio

tessuto da parati Momenti

Motivi optical : la geometria che inganna l’occhio

Gli effetti optical esercitano un’attrazione irresistibile per l’occhio.

Questi particolari disegni discendono dall’Optical Art, un movimento di arte astratta legato all’Arte Cinetica e all’Arte Costruttivista che iniziò negli anni ’60.

Nel corso del decennio successivo questa corrente si sviluppò e contaminò la moda e la decorazione.

All’inizio l’optical art, o Op Art, utilizzò solo il bianco e nero, poi si allargò ai colori.

I motivi geometrici optical creano delle illusioni ottiche che provocano uno stato di instabilità percettiva capace di attrarre e coinvolgere l’osservatore.

Benché siano in due dimensioni, i motivi danno l’effetto del movimento oppure nascondono altre immagini o ancora creano delle deformazioni tridimensionali.

Ad esempio la carta da parati Down the rabbit hole di Moustache gioca sulla prospettiva per creare sulla parete l’illusione ottica di una scalinata che scende in una galleria.

tappezzeria Moustache

I due tappeti per esterni Twist Shout e F3 di Vondom creano l’uno con delle curve concentriche, l’altro con una griglia di linee l’effetto ottico di un avvallamento nel pavimento.

tappeto Vondom

tappeto Vondom

La sedia pieghevole in compensato Op Art Circle è dedicata proprio ad uno dei motivi simbolo dell’Optical Art: i cerchi concentrici bianchi e neri.

La sedia fa parte della serie Fläpps Folding Chair di Ambivalenz.

sedia flapps ambivalenz

 Il motivo black and white del tessuto da parati DE-23 della collezione Crazy Paper di Momenti crea un effetto tridimensionale molto dinamico che quasi ipnotizza.

tessuto da parati Momenti

Nel decoro DA-03 sono le sfumature di colore e i colpi di luce a ingannare l’occhio creando un effetto geometrico di grande profondità.

Motivi optical

Il decoro DA-03 (foto sopra al titolo dell’articolo) è invece un tripudio di colori e di forme geometriche.

I tessuti in fibra di vetro

I tessuti Crazy Paper di Momenti sono realizzati con filati speciali di fibre di vetro molto sottili, ottenute in fusione a una temperatura di 1400°C. Le fibre così ottenute mantengono, anche nei tessuti, le caratteristiche chimiche e fisiche del vetro.

I tessuti sono ignifughi e fonoassorbenti, garantiscono la traspirabilità della parete e, sfruttando la resistenza meccanica delle fibre di vetro, offrono un’ottima protezione contro le fessurazioni e le crepe di assestamento delle pareti.

Sono ecologici e igienici, resistenti agli urti, agli strappi e alle abrasioni e non si danneggiano a contatto con i detersivi e i disinfettanti.

Motivi optical : la geometria che inganna l’occhio

Collezione di tappeti Japanese Abstractions

 

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.1

tappeti Japanese Abstractions

Nei nove tappeti della collezione Japanese Abstractions la tradizione dell’Oriente incontra la cultura dell’Occidente.

Sui motivi dello sfondo tipici del Giappone si sovrappongono le forme geometriche del Dadaismo.

La collezione di tappeti Japanese Abstractions è stata disegnata dall’artista Sophie Taeuber Arp.

I tappeti sono realizzati da Maison Dada con lana della Nuova Zelanda e seta.

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.2

Tappeti Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeti Japanese Abstractions N.3 e 4

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.5

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.6

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.7

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.8

Tappeto Japanese Abstractions Maison Dada

Tappeto Japanese Abstractions N.9

Maison Dada è stata fondata a Shanghai nel 2015 da Thomas Dariel e Delphine Moreau.

Il Dadaismo, non solo come tendenza artistica ma come modo di intendere la vita, è un tema cardine per Maison Dada.

Delphine Moreau ritiene infatti che il movimento artistico Dada abbia dato un contributo fondamentale allo sviluppo dell’arte, del design e del modo di pensare contemporaneo.

Ecco perché Maison Dada si propone di “iniettare una dose di Dadaismo nella vita di tutti i giorni”.

Il Dadaismo

Il Dadaismo si sviluppò in Svizzera fra il 1916 e il 1920.

Il movimento culturale mise in discussione gli standard di tutte le discipline artistiche stravolgendo le convenzioni dell’epoca.

Gli ingredienti di questa tendenza sono la stravaganza e il rifiuto spesso irrispettoso del passato in favore della libertà creativa in tutte le sue forme.

I GIOIELLI CONTEMPORANEI DI JOHN MOORE

I gioielli di John Moore

gioielli di John Moore

Il designer di gioielli inglese John Moore è cresciuto in una famiglia dove la creatività è sempre stata di casa. Dalla madre orafa e dal padre artista ha ereditato la passione per l’arte in tutte le sue manifestazioni. Fin da piccolo ha studiato danza, teatro, musica e si è dedicato al disegno e alla costruzione di oggetti cimentandosi con tecniche e materiali diversi.
Quando era ancora bambino, John Moore visitò con i genitori il Pitt Rivers Museum di Oxford. Questa esperienza si rivelò molto importante per il suo futuro percorso artistico: John rimase infatti molto colpito da una collezione di shrunken heads, le teste umane decapitate e decorate usate come trofei e oggetti rituali dalle tribù della foresta amazzonica.
Studiando arte al Warwickshire College e 3D Design alla Manchester Metropolitan University, John Moore scopre di avere una grande passione per il design del gioiello.
Utilizzando l’alluminio anodizzato, l’argento e l’acciaio, Moore ha creato dei pezzi unici estremamente moderni caratterizzati dall’abbinamento di colori vivaci e da dimensioni generose.

I gioielli di John Moore sono delle sculture che decorano il corpo valorizzandone le linee e il movimento. Le collezioni comprendono collane, pendenti, bracciali e orecchini.

gioielli di John Moore

John Moore Jewels

John Moore Jewels

John Moore Jewels