Quest’anno una delle sorprese più piacevoli del Fuorisalone è stato senz’altro l’evento Casa Vitra. Infatti alla Design Week di Milano appena terminata, Vitra ha partecipato non solo con uno stand al Salone del Mobile ma anche con un bellissimo evento nei grandi ambienti di Spazio Edit vicino a corso Como. Grazie alle belle giornate, il bar di Casa Vitra allestito nel cortile ha avuto un grande successo. Lo spazio al piano terra è stato dedicato a “Colour Machine”, una installazione incentrata sui colori e sui materiali curata da Hella Jongerius e MüllerVanTol che ha presentato con tono playful la “Vitra Colour & Material Library”: a terra i tessuti nelle diverse sfumature cromatiche sono stati esposti su grandi trottole mentre alcuni dei prodotti iconici di Vitra sono stati scenograficamente sospesi nell’aria in grandi girandole.
Lo spazio al primo piano è stato trasformato in un grande salotto concepito da Katharina Hennen, Connie Hüsser e Till Weber in modo ben diverso dalla classica esposizione: qui i prodotti della Home Collection di Vitra hanno dato vita ad uno spazio aperto e accogliente fatto apposta per essere veramente vissuto dal pubblico.
In più una chicca: da Casa Vitra c’era anche un nail salon, un ingrediente originale e divertente per mettere ancora l’accento sulla passione per i colori insito nel DNA della marca.
E per concludere l’esperienza, sulla strada è stato aperto un pop-up store per acquistare immediatamente una selezione degli oggetti di design e alcuni accessori in limited-edition di Vitra.
Al Salone Satellite 2016, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai designer emergenti, lo studio di design Proof of Guilt ha presentato Alteration, un sistema illuminante che, producendo colori diversi, muta l’atmosfera dello spazio. Si sa quanto il colore e la luce dell’ambiente in cui viviamo abbiano il potere di influenzare il nostro umore e l’idea alla base della lampada Alteration nasce proprio da questo fattore.
Alteration è un set di oggetti dal design minimalista: una lampada a sospensione (regolabile in altezza grazie a un meccanismo dotato di carrucola e contrappesi) e un piatto che riflette la luce. Appoggiando degli oggetti colorati sul piatto, la lampada opportunamente regolata ne riflette il colore che viene emanato nell’ambiente circostante.
Nella produzione di Proof of Guilt c’è anche Hang Out, una serie di appendiabiti realizzati con bastoni in legno e supporti in ferro. Il design geometrico molto semplice sembra prendere spunto dalle forme degli attrezzi che si trovano nelle palestre.
Lo studio Proof of Guilt è stato fondato a Berlino da Guillaume Neu-Rinaudo e Birgit Severin, due giovani designer che si sono formati alla Design Academy di Eindhoven.
Nei giorni del Salone del Mobile appena concluso, Kartell è stata la protagonista di una serie molto ricca di iniziative sia in fiera che nell’ambito degli eventi del Fuorisalone.
L’allestimento dello stand al Salone in cui Kartell ha presentato le ultime novità è sicuramente uno dei più riusciti di quest’anno. Il percorso espositivo intitolato Talking Minds si è snodato in un paesaggio all’insegna dei colori fluo composto da undici micro-ambienti ognuno dedicato agli oggetti dei designer che firmano le collezioni del brand: Antonio Citterio, Ferruccio Laviani, Piero Lissoni, Alberto Meda, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Eugeni Quitllet, Philippe Starck, Patricia Urquiola e Tokujin Yoshioka. Inoltre uno degli ambienti è stato interamente dedicato al lancio della nuova linea Kartell Kids. Talking Minds è un allestimento ad altissimo impatto dove le scatole vestite di colori ultra vivaci creano con un effetto quasi ipnotico, prospettive cromatiche che cambiano continuamente a seconda del punto di osservazione. Come suggerito dal nome Talking Minds, entrando nelle “stanze” attraverso i varchi che riprendono il contorno dei ritratti di ogni designer, ci si immerge nelle loro menti creative attraverso il racconto dei progetti.
La palette fluorescente trasmette con forza e immediatezza il DNA della marca fatto di creatività e la passione per i colori che da sempre caratterizza tutta la produzione di Kartell.
L’allestimento ha coinvolto con grande energia il pubblico che non ha potuto resistere alla tentazione di farsi una carrellata di selfie e di ritratti mettendosi in posa sui fondali colorati.
Al Salone Satellite 2016, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai giovani designer, Gustavo Martini ha presentato Edge, una installazione che descrive in modo concreto e tangibile il processo che dà origine ad un progetto. Tutto parte dall’atto del disegnare: il progettista inizia a creare tracciando una griglia di linee sul foglio di carta. Lo spazio viene sezionato da tratti che stabiliscono la dislocazione delle cose in esso contenute e dove le superfici e i volumi prendono forma a seconda delle diverse funzioni degli oggetti.
Nell’installazione di Gustavo Martini presentata al Salone Satellite i tratti del disegno si realizzano in una “scatola” fatta di profili metallici che, tracciando un confine fra il fuori e il dentro, circoscrive l’ossatura di una camera con le sue aperture di accesso e dove all’interno si rivelano volumi e superfici appena accennati che potranno diventare arredi, piani di appoggio, specchi e lampade.
Edge è una installazione molto interessante in bilico fra la realtà e l’immaginazione che stimola chi la osserva lasciando libertà di interpretazione. Ognuno osservandola immaginerà la funzione e il modo in cui lo spazio verrà abitato: nella scatola potrà esserci uno studio, una cabina armadio o una cucina.
Gustavo Martini è nato e ha studiato industrial design a Rio de Janeiro. Fin da piccolo la sua passione sono stati l’arte e il disegno, la sperimentazione e l’esplorazione dei concetti. Attualmente Gustavo vive a Milano dove, dopo essersi specializzato con un Master in product design all’Istituto Marangoni, ha iniziato a collaborare con aziende del settore del design.
Alla Design Week di Milano che si è appena conclusa, nella rassegna “Masterly – The Dutch in Milan” che ha avuto luogo nella prestigiosa cornice di Palazzo Francesco Turati, la designer olandese Susanne de Graef ha presentato delle nuove versioni cromatiche della lampada The Rhythm of Light. Il design geometrico della sospensione si ispira alle linee svasate delle crinoline indossate dalle nobildonne.
La sospensione, realizzata con una sequenza ritmica di fili sottilissimi in poliestere, prende forma grazie al peso dei cerchi metallici di diametro diverso a cui i fili sono ancorati. Nonostante la dimensione e la forma importanti simili a quelle dei classici chandellier, il risultato è un oggetto di grande leggerezza dall’immagine quasi impalpabile.
I nuovi colori presentati sono il blu, il grigio/argento e il porpora.
The Rhythm of Light era esposta anche al Salone Satellite, la sezione del Salone del Mobile dedicata ai giovani designer.