In nome del lavoro di team e della condivisione, gli uffici suddivisi in stanze stanno diventando sempre più rari.
Il concetto di open space ebbe origine negli anni ’50.
Inizialmente adottato dalle grandi multinazionali, in seguito si è diffuso sempre di più anche nelle aziende medio-piccole.
E’ vero che entrambe le alternative hanno vantaggi e svantaggi, ma numerosi studi dimostrano che i grandi spazi di lavoro condivisi riducono la qualità del lavoro.
Il più grande plus dell’open space è senz’altro il contatto più vicino fra capo e dipendenti che, diminuendo la distanza psicologica, favorisce il lavoro di team, rafforza lo spirito di gruppo e stimola ognuno a svolgere al meglio la propria funzione.
Di contro nei grandi ambienti aperti la privacy è limitata e chi lavora è costretto ad una socializzazione forzata che è spesso difficile da gestire.
Il rumore continuo, le voci e le telefonate, il passaggio delle persone, le condizioni termiche e di illuminazione non sempre ideali per tutti non giovano certo al benessere e alla concentrazione.
Per quanto riguarda il rumore, alcuni studi provano che le conversazioni dei colleghi sono uno dei fattori principali di irritazione.
In particolare più che il volume delle voci, ciò che infastidisce è il contenuto semantico delle conversazioni che inevitabilmente distrae chi non è coinvolto nello scambio.
Ciò crea difficoltà di concentrazione, stanchezza precoce, irritabilità e scontentezza con un conseguente calo del rendimento e una diminuzione della qualità del lavoro.
Nonostante tutte queste considerazioni, per massimizzare l’utilizzo degli spazi e ridurre quindi i costi, le aziende adottano sempre più la soluzione open space anche quando il tipo di lavoro e la funzione svolta non richiederebbe necessariamente il lavoro in team.
Peccato che non venga considerato che il vantaggio economico viene compromesso da un calo di produttività dovuto proprio alle condizioni ambientali.
E non ultimo, che un ambiente di lavoro non ideale incide pesantemente sulla soddisfazione di chi lavora.
Per limitare i problemi negli uffici condivisi, l’open space deve essere progettato tenendo conto di molti fattori che vanno ben al di là degli aspetti estetici.
Ad esempio, le singole postazioni devono avere determinate dimensioni e devono essere rese disponibili delle zone tranquille e silenziose separate dallo spazio condiviso in cui le persone possano ricaricarsi.
Per quanto riguarda il miglioramento del comfort acustico, un’ottima soluzione è posizionare dei pannelli fonoassorbenti nell’ambiente.
A seconda delle caratteristiche specifiche dello spazio, si potranno utilizzare pannelli fonoassorbenti a soffitto, a parete e come divisori fra le scrivanie.
Questi ultimi potranno anche avere la funzione di aumentare la privacy delle postazioni.
Le immagini mostrate in questo articolo si riferiscono al progetto realizzato da Paul Crofts Studio per la sede londinese dell’agenzia pubblicitaria Fold 7.
In questo progetto sono state adottate tutte le misure per migliorare le condizioni dell’ambiente lavorativo.
Ufficio open space o ufficio suddiviso in stanze ?
Si può voler ristrutturare casa perché è obsoleta o perché la si è appena acquistata e quindi le si vuole dare la forma e la struttura che desideriamo.
O anche semplicemente perché, dopo tanti anni, si ha voglia di un cambiamento radicale.
A prescindere dalle motivazioni per cui si prende questa decisione, ristrutturare casa è sempre un impegno che richiede molta energia e molta attenzione lungo tutte le fasi del percorso.
Dopo aver approvato il progetto della ristrutturazione, un passo molto delicato è la scelta dell’impresa edile.
In questa fase è utile richiedere diversi preventivi e vagliare con molta attenzione tutte le proposte.
Il costo è sicuramente uno degli elementi principali sul quale tutti basiamo la nostra decisione, ma non vanno trascurati molti altri fattori.
Primo fra tutti la serietà e la competenza dei professionisti a cui ci affideremo, ma anche la tempistica e i materiali proposti.
Se state per effettuare una ristrutturazione Bolzano o in qualche altra città, in questo articolo troverete delle informazioni che potrebbero interessarvi.
Nell’ambito del progetto di ristrutturazione, la decisione fondamentale è ovviamente la divisione degli ambienti.
Per una stessa casa ci sono infinite soluzioni, quindi saper scegliere il progetto che ottimizza meglio lo spazio disponibile e che si adatta di più alle proprie esigenze è di fondamentale importanza.
Che sia l’abitazione in cui risiediamo o anche solo una casa per le vacanze, la distribuzione degli spazi deve essere quella giusta.
In fase di ristrutturazione è fondamentale stabilire se gli impianti devono essere rifatti oppure se è sufficiente rivederli.
Questi interventi possono far aumentare i costi del nostro preventivo ma valutare lo stato di tutti gli impianti, la loro adeguatezza alle normative vigenti e la qualità dei materiali per decidere su quali intervenire evita la possibilità che in futuro, a opera terminata, ci si trovi a dover nuovamente effettuare lavori a causa di una perdita o di un malfunzionamento.
Questi sono gli ambienti dove il lavoro è più delicato: qui, oltre alla muratura e alla pavimentazione, sono da prevedere interventi di impiantistica più rilevanti, soprattutto per quanto riguarda la parte idraulica.
Inoltre dovranno essere scelti i sanitari e le piastrelle.
Principalmente per le strutture destinate ad un uso pubblico (negozi, bar, ristoranti, uffici ecc.) c’è la necessità, comunque sempre consigliata, di adeguare la struttura per consentire l’accesso anche alle persone disabili.
Al momento della tinteggiatura bisognerà scegliere con attenzione il colore per i vari ambienti della casa.
In questa fase è sempre bene informarsi e farsi consigliare da professionisti del settore per la scelta dei prodotti da utilizzare:
una più elevata qualità spesso coincide con un costo maggiore ma ciò si traduce in un risultato migliore, con una maggiore durata, resistenza nel tempo o lavabilità delle pareti, impermeabilizzazione più efficace e quindi minor rischio di insorgenza di macchie di umidità.
Anche se apparentemente si tratta di una fase successiva, è decisamente meglio decidere già in fase di progetto e contestualmente alla ristrutturazione, quali mobili e arredi inserire.
In questo modo gli spazi e le murature saranno esattamente quelli adatti ad accogliere l’arredamento che preferiamo e gli ambienti risulteranno più armoniosi e funzionali.
Sarebbe un peccato accorgersi a lavori ultimati che il mobile che ci serviva o il divano che ci piaceva non ci stanno per la mancanza di qualche centimetro.
Come affrontare la ristrutturazione della propria casa
Arredare casa con il sistema modulare Montana è un po’ come giocare con il Lego: nella “scatola” ci sono ben 36 tipologie di moduli, in 4 profondità e in 42 colori.
La libertà di composizione è quindi pressoché illimitata.
Si possono creare composizioni a giorno o chiuse con ante e cassetti per il living, armadi per la camera da letto e piani scrittoio per lo studio.
Il tutto dando sfogo alla creatività nelle forme e nei colori.
Il sistema Montana è anche molto adatto all’ufficio per creare schedari e cassettiere su misura delle diverse esigenze.
Sulle potenzialità del sistema non c’è molto altro da dire, perché le foto parlano da sé.
Può invece essere interessante raccontarvi che per disegnare un sistema così ampio e versatile, Peter J. Lassen ha adottato un preciso principio matematico che si basa sulla misura di 5,7 centimetri.
Il brand Montana è molto attento all’ambiente: Montana è certificato secondo gli standard ambientali internazionali.
In collaborazione con l’Agenzia per la protezione dell’ambiente danese, da più di 25 anni esegue delle analisi per verificare le conseguenze che i prodotti hanno sull’ambiente.
Nella produzione sono utilizzati esclusivamente colori ad acqua a base di smalti, privi di odori e che non contengono solventi.
Arredare la casa in stile libero : sistema componibile Montana
Quando si parla di giochi per bambini, il cavallo a dondolo è una delle prime immagini che emergono dalla memoria.
Nonostante le sue origini risalgano a diversi secoli fa, questo gioco tradizionale che ha fatto divertire generazioni di bambini continua a piacere molto ancora oggi.
Merito sicuramente del suo dolce movimento ondulatorio ma anche della sua capacità di stimolare la creatività del bambino.
Nel tempo anche il cavallo a dondolo si è evoluto passando dai bellissimi esemplari vintage degli anni ’50 fino ad arrivare ai modelli moderni che garantiscono la sicurezza del bambino sia dal punto di vista del design che dei materiali impiegati.
Luca Boscardin e Valentina Raffaelli dello studio di toy design Bluc con sede ad Amsterdam hanno dato una interpretazione molto particolare a questo gioco intramontabile.
Infatti i giovani designer italiani non si sono limitati a ridisegnare il cavallino ma gli hanno affiancato altri animali.
Accanto al cavallo, la collezione Cavalcade comprende anche la zebra, la giraffa, il cervo e il coccodrillo.
La collezione è caratterizzata da un design grafico contemporaneo che ricorda la semplicità dei disegni dei bambini.
Dal punto di vista progettuale, questi animali a dondolo hanno una particolarità: ogni esemplare è realizzato con una sola asse di legno di betulla.
Le varie componenti ottenute dal taglio dell’asse vengono poi assemblate e dipinte.
La semplicità del prodotto è solo apparente: fra sviluppo, ricerca, prototipazione, test, re-design, nuovi test e nuovi prototipi, per arrivare dall’idea al prodotto finito ci sono voluti tre anni di lavoro.
La collezione è stata presentata all’ inizio di quest’anno con una campagna di crowdfunding su Kickstarter.
Cavallo a dondolo, zebra a dondolo, giraffa a dondolo…
L’atmosfera di questo appartamento a Melbourne ristrutturato da BoardGrove Architects è rilassante e rarefatta.
Merito sicuramente della luminosità degli spazi ma anche del raffinato abbinamento di colori utilizzati per la decorazione.
Per far sì che tutte le stanze possano beneficiare della luce naturale, a ridosso della parete di confine cieca è stato collocato il corridoio.
Il salotto, la zona pranzo e la cucina sono ospitati in un unico spazio aperto.
Per evitare che la cucina a vista connotasse eccessivamente l’ambiente, gli architetti hanno pensato ad una soluzione particolare.
In un volume in muratura appositamente predisposto è stata ricavata una nicchia che accoglie il piano cottura e un armadio a muro con anta in metallo che contiene il frigorifero.
Grazie alla forma ad arco e al colore, un delicato rosa cipria, questi due elementi diventano dei segni decorativi che caratterizzano fortemente l’ambiente.
Il piano cottura e gli spazi contenitivi sono integrati in un grande bancone a isola bianco.
Dalla zona giorno il corridoio porta alla camera da letto, allo studio e al bagno.
Come già anticipato all’inizio dell’articolo, i colori scelti per la decorazione contribuiscono a creare nella casa un’atmosfera molto piacevole.
Negli spazi domina il bianco con accenni di rosa tenue accostato al grigio.
Un abbinamento estremamente raffinato che però non diventa mai lezioso perché il grigio è quello materico e naturale del cemento grezzo.
Questo materiale è utilizzato per la pavimentazione continua ed è richiamato anche sulla lunga muratura cieca.
La parete è segnata da una mensola rosa lunga otto metri su cui sono esposti libri, quadri e piccoli oggetti decorativi.
Grazie alla presenza della mensola, il corridoio non è più solo la via di accesso alle stanze ma diventa una piccola galleria l’arte.
Anche nello studio e nella camera da letto torna la stessa palette cromatica.
Design di interni : bianco con accenti rosa cipria e grigio chiaro