Il design della collezione che segna l’esordio del brand Hi Thanks Bye è ispirata ai paesaggi molti diversi del Canada e della Cina.
I due designer Stein Wang e Topher Kong che hanno fondato la nuova marca lo scorso anno provengono infatti da questi due lontani Paesi.
La collezione comprende una sedia, un tavolino, un tappeto, uno sgabello, una lampada da terra e uno scaffale utilizzabile anche come elemento divisorio.
Il design molto essenziale di tutti i pezzi richiama l’immagine curata dei giardini cinesi e la bellezza spontanea delle isole canadesi.
Le strutture realizzate con la lamiera e i tubolari metallici verniciati in verde bosco opaco hanno un disegno molto grafico.
I tessuti fatti a mano invece hanno una trama grezza evidente che contrasta con la linearità delle parti metalliche.
La lampada è probabilmente il pezzo che rappresenta meglio il concept della collezione:
sulla parte superiore slanciata e rettilinea dei fili verdi drappeggiati schermano la fonte luminosa.
Il tappeto Carpet 00 presenta ciuffi in diverse tonalità di verde che rendono la superficie mossa simile all’erba falciata.
Lo scaffale divisorio è realizzato con due fogli curvi forati arrotondati per creare ripiani accessibili da entrambi i lati.
Lo sgabello con seduta in lamiera è reso più stabile da una traversa.
Il tavolino rotondo appoggia su un tubolare inclinato rinforzato da un secondo tubo che forma le due restanti gambe.
La collezione 0 sarà presto proposta anche in un’altra colorazione.
Gli artigiani che realizzano la collezione provengono anche loro dal Canada e dalla Cina.
Collezione 0 disegnata da Hi Thanks Bye
Dopo il successo della prima edizione di San Francisco, dal 20 agosto il pop-up museum Color Factory è arrivato a New York.
Color Factory è uno spazio temporaneo dove il pubblico può immergersi in installazioni ambientali dove i colori sono i protagonisti.
Le pareti, i pavimenti e gli oggetti colorati stimolano i visitatori a interagire con l’ambiente dando sfogo alla propria fantasia.
La prima edizione del museo dei colori svoltasi a San Francisco è stata visitata da oltre 170mila visitatori diventando una delle mete più frequentate dai “selfie-seekers” della Bay Area.
Grazie a questo grande successo l’iniziativa, che avrebbe dovuto avere una durata di un mese, è stata prorogata per altri otto mesi.
Il progetto ideato dal creativo californiano Jordan Ferney arriva a New York nel quartiere di SoHo con 16 nuove installazioni ospitate in uno spazio di ben 1.800 metri quadrati.
I temi delle installazioni realizzate con la collaborazione di artisti, creativi e designer prendono spunto da idee raccolte in giro per la città.
Grazie ai colori gli ambienti coinvolgono i visitatori in una “color experience” multisensoriale che diventa un vero e proprio paradiso per gli amanti dei selfie.
All’ingresso il pubblico è accolto da una poesia sui colori di New York scritta da Won McIntosh e da una installazione arcobaleno creata con i nastri colorati da Emmanuelle Moureaux.
Proseguendo il percorso ci sono anche una pista da ballo, una sala galleggiante e una stanza ideata dall’artista Molly Young dove i visitatori possono scoprire qual è il loro “colore segreto”.
Ogni visitatore viene registrato e munito di un QR code che serve per scattare fotografie senza utilizzare lo smart phone.
Le immagini vengono inviate via mail istantaneamente.
L’apertura del pop-up museum Color Factory di New York è stata preceduta da una installazione nel giardino dello Smithsonian Design Museum che rende omaggio ai colori della città.
Come un nuovo tipo di mappa, le strisce di colore guidano in una passeggiata alla scoperta di storie e luoghi inediti.
Manhattan Color Walk from Color Factory on Vimeo.
Color Factory, il pop-up museum che celebra i colori
L’illuminazione è senza dubbio uno degli elementi fondamentali per caratterizzare un interno.
Ecco perché per rinnovare completamente l’immagine di un’abitazione può essere sufficiente sostituire le lampade.
Le marche italiane più note propongono moltissime idee in tema di illuminazione di design.
Le proposte vanno da quelle più classiche che reinterpretano lo stile vintage alle linee più moderne con controllo automatizzato per arrivare fino alle soluzioni interattive proposte dalla domotica.
I brand più famosi che hanno realizzato autentici must in fatto di illuminazione propongono un mare di idee da cui si può attingere per caratterizzare in modo creativo la propria casa.
In questo caso non si tratta semplicemente di lampade e lampadari ma di vere e proprie opere d’arte che hanno portato il Made in Italy ad essere apprezzato in tutto il mondo.
Ad esempio, l’ illuminazione con Flos è facile perché questa azienda propone Tante idee per illuminare bene la tua casa in modo creativo e innovativo.
Questo storico marchio italiano punta da sempre sulla ricerca e la sperimentazione di nuovi materiali ma anche sull’esplorazione e la ricerca di nuovi designer capaci di innovare.
L’azienda fondata nel 1962 ha realizzato molte lampade di successo grazie ad uno stile all’avanguardia e a pezzi che sono diventati delle vere e proprie icone del design come Arco, Drop, Gatto, Guns, Ic Lights, Lampadina, May Day e Parentesi.
La luce giusta è in grado di valorizzare ogni angolo della casa, dando nuove suggestioni e personalizzando ogni stanza.
Scegliendo accuratamente fra le diverse tipologie di lampade da parete si può dare un valore aggiunto all’arredamento e agli spazi.
Ad esempio, per caratterizzare in modo interessante anche l’interno più banale, si possono creare dei giochi di luce di grande effetto sulla parete.
Proiettando fasci luminosi di diverse tonalità, una banale parete bianca può illuminarsi con una nuova palette di colori diventando così l’elemento che caratterizza l’ambiente.
Grazie alla luce giusta, un corridoio buio e poco attraente può essere trasformato da semplice ambiente di passaggio a uno spazio arioso e scenografico.
Inoltre con la luce si possono mettere in evidenza i quadri che decorano la parete facendone risaltare meglio il valore.
Utilizzare i led per illuminare la casa è un’idea interessante, economica e soprattutto amica dell’ambiente.
La moderna tecnologia a led permette oggi di ottenere una qualità di luce calda o fredda con un ridotto consumo energetico.
Questa tecnologia è adottata come fonte luminosa in un’ampia gamma di soluzioni, dai lampadari ai faretti, dalle applique a tutta una serie di lampade di design.
La striscia led è un’altra interessante applicazione di questa tecnologia: una soluzione perfetta, facile da installare e adatta anche per ambienti dalle piccole dimensioni.
Inoltre le strip led, ideali per l’illuminazione degli ambienti interni, sono una soluzione perfetta anche per gli spazi esterni.
Per realizzare un buon progetto di illuminazione di interni, occorre prevedere una soluzione di illuminazione mista, con faretti integrati nei controsoffitti, lampadari e lampade.
Con i faretti si potrà illuminare correttamente l’ambiente nel suo insieme, mentre con le lampade a sospensione e le lampade da appoggio si potrà creare un’atmosfera più intima e raccolta in specifiche zone.
Ad esempio, nel living la zona salotto potrà essere illuminata in modo suggestivo con lampade da tavolo o da terra mentre la zona pranzo potrà essere valorizzata con un lampadario posizionato sopra al tavolo.
Per dare carattere e riscaldare un ambiente minimalista, a lampade da parete dal design essenziale e deciso si potranno abbinare lampade di forma più mossa accanto al divano, una cascata di luci sul tavolo o una sequenza di sospensioni sul bancone della cucina a vista.
Tante idee per illuminare bene la tua casa
Per tradizione l’Italia vanta una grande cultura in tema di giardini.
Basti pensare al “giardino formale” o “giardino all’italiana”, caratterizzato da forme geometriche realizzate con arbusti, fiori e fontane sontuose.
Questa ricca tradizione ha influenzato la storia del giardinaggio e, di conseguenza, anche il moderno landscaping.
Perché non portare un po’ di questa tradizione anche nel nostro giardino o balcone?
Ci sono diverse tipologie di giardino a cui ispirarsi e tutte possono essere ricreate anche nell’angolo verde della propria casa.
Lo stile giapponese minimale crea con pochi elementi un effetto semplice, elegante e molto rilassante.
Nel giardino all’inglese invece il prato verde è l’elemento protagonista.
Al di là di questi stili basati su tecniche e codici molto precisi, il giardino è un luogo che si presta a tante personalizzazioni.
Per fare le cose bene già dall’inizio, in questo caso può essere molto utile chiedere consiglio a un landscape designer.
Infatti anche quando si tratta del giardino di casa, è utile sviluppare un progetto definito nei dettagli per far sì che questo luogo risulti armonioso, sempre in ordine e quindi piacevole da vivere.
Come in un progetto di interni, per sviluppare il progetto del giardino occorre innanzitutto chiarire bene le proprie esigenze:
ad esempio, utilizzerai il giardino per le cene all’aperto o le feste con gli amici?
Allora è importante predisporre un ampio spazio da allestire con un arredamento da esterno adatto a questo scopo.
Se avvalersi della consulenza di un landscape designer non rientra nei tuoi progetti, puoi affidarti ad un giardiniere esperto che, oltre ad occuparsi della manutenzione, ti potrà consigliare le piante più adatte in base alle caratteristiche e all’esposizione del tuo giardino.
Se hai poco tempo da dedicare alla cura del giardino sarà importante scegliere arbusti e alberi che richiedono pochi interventi di manutenzione.
Ma non solo: oltre alla tipologia delle piante, nel giardino ci sono anche altri elementi che devono essere valutati con attenzione come la pavimentazione e l’illuminazione.
Spesso i giardinieri esperti hanno anche specializzazioni in design e quindi ti possono assistere nella progettazione dell’intero giardino, dalla scelta del verde, alla pavimentazione per esterni, agli impianti di irrigazione e all’illuminazione.
Landscape design: quando il giardino è il centro della casa
Chi ha studiato danza classica sa che le scarpette da punta sono un argomento molto delicato.
Le scarpette incarnano il sogno della danza ma sono anche la “croce” delle ballerine.
Le figure della danza classica sfidano la forza di gravità.
Tutto il peso del corpo in movimento appoggia solo sulla piccola zona della punta del piede esponendolo a grandi sollecitazioni.
Da quando Maria Taglioni eseguì per la prima volta l’intera coreografia de La Sylphide danzando sulle punte di tempo ne è passato e nel frattempo le scarpette si sono evolute.
In quell’epoca le scarpe utilizzate erano una specie di pantofola in seta modificata che non dava un vero sostegno quindi le danzatrici erano costrette a fasciare le dita.
Verso la fine del XIX secolo dalla punta arrotondata si passò a scarpette con punta rinforzata e appiattita. Un’imbottitura anatomica in tessuto sosteneva meglio le dita e la soletta era più spessa e robusta.
Nelle scarpette da punta “moderne” venne inserito come rinforzo una soletta interna in pelle, la punta intorno alla zona delle dita venne indurita e appiattita ulteriormente fino a darle una forma simile a una scatola.
Ancora oggi però prima di essere usate le scarpette nuove devono essere ammorbidite.
Le scarpette nascono identiche quindi bisogna decidere qual è la destra e la sinistra, poi occorre cucire i nastri e gli elastici utili per sostenere la caviglia e il collo del piede.
E poi si passa finalmente ad ammorbidire la scarpetta e per farlo ogni ballerina ha il suo metodo preferito.
Nonostante questo procedimento che è considerato dalle ballerine quasi un rito, sui piedi è facile che si presentino vesciche, spelature e arrossamenti.
In alcuni casi si creano anche traumi e danni permanenti come la deformazione degli alluci che portano conseguenze anche al resto del corpo.
Ed è qui che finalmente entra in gioco il design e la tecnologia moderna.
Per ridurre i problemi delle ballerine, Hadar Neeman diplomata alla Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme ha creato le scarpette da punta P-rouette utilizzando la tecnologia della stampa 3D.
Queste scarpette proteggono il piede e sono più comode.
Inoltre durano anche tre volte in più rispetto alle scarpette tradizionali che sopportano solo circa 10 ore di danza.
Per realizzare la scarpetta, la ballerina traccia il proprio piede con lo scanner utilizzando una apposita app per lo smart phone e successivamente viene prodotta una mappatura con il computer.
La suola è una struttura reticolare leggera che si adatta perfettamente alla forma del piede.
La parte superiore della scarpetta viene tagliata con uno speciale strumento creato da Neeman.
Il tessuto viene integrato nella suola nel corso del processo di stampa, quindi non è necessario utilizzare colle o cuciture.
La suola è realizzata in polimero elastomerico stampato mentre il corpo della scarpa è realizzato in un materiale elastico simile a raso.
Scarpette da punta P-rouette : design per la danza