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Librerie geometriche e leggere di Martin Breuer-Bono

libreria open Breuer Bono

Librerie geometriche e leggere di Martin Breuer-Bono

E’ difficile che un pezzo di design mi entusiasmi tanto quanto le librerie di Martin Breuer-Bono.

Con un esercizio di sottrazione il designer austriaco elimina tutto ciò che non è strettamente necessario alla funzione.

Ciò che rimane è solo l’essenza dell’oggetto nella sua accezione più pura e minimalista.

Per arrivare a questa sintesi, il designer ripensa alla funzione dell’arredo e ne analizza l’interazione con il fruitore.

libreria open Breuer Bono

Ad esempio, per disegnare la libreria Open Martin Breuer-Bono riflette su quali siano gli elementi indispensabili per sostenere un libro.

Chiarito ciò che è veramente necessario, disegna l’essenziale e lo realizza utilizzando la quantità minima di materiale.

Il risultato è una griglia geometrica staccata dal muro quanto basta a contenere i libri, costruita con l’incrocio di esili bacchette in compensato di betulla.

Quando la libreria è vuota proietta un gioco grafico di ombre sul muro, quando è piena la struttura sparisce lasciando che i libri siano i protagonisti della scena.

L’eleganza dell’oggetto rende elegante anche l’azione del “prendere il libro”: basta il tocco di un dito per estrarre il volume scelto.

La libreria Open può avere finitura marrone nera, bianco puro o grigio chiaro.

libreria open Breuer Bono

libreria penthouse Breuer Bono

Penthouse è un’altro bellissimo progetto di Martin Breuer-Bono.

In questo caso la libreria è un segno grafico sottile che ha l’architettura slanciata di una torre.

La libreria è pensata per accogliere solo pochi libri nella parte superiore:

in questa posizione elevata i libri acquisiscono importanza, quasi fossero degli oggetti di culto.

libreria penthouse Breuer Bono

libreria penthouse Breuer Bono

La libreria compatta Penthouse è perfetta per tenere a portata di mano vicino al sofà o al letto i libri che stiamo leggendo o quelli a cui teniamo di più.

La libreria Penthouse è realizzata in rovere, frassino o noce e lamiera d’acciaio verniciata a polvere.

Librerie geometriche e leggere di Martin Breuer-Bono

Librerie geometriche e leggere di Martin Breuer-Bono

Nuova lampada Hoop : la luce riposa dentro la gabbia

lampada Hoop Zero

Nuova lampada Hoop : la luce riposa dentro la gabbia

Lo studio di design svedese Front ha disegnato una lampada per il brand Zero che si chiama Hoop.

Nella gabbia metallica colorata è contenuto un diffusore opalino.

Grazie alla forma morbida e schiacciata del diffusore, la luce sembra materializzarsi prendendo corpo e peso.

In questo modo la luce diventa espressiva e sembra quasi essere un misterioso essere vivente mollemente adagiato sul fondo della gabbia.

Nonostante la semplicità degli elementi che la compongono, la lampada Hoop ha qualcosa di magico e sorprendente.

Tutte le componenti elettriche sono nascoste in modo da far sembrare la gabbia e il diffusore completamente indipendenti.

La gabbia della lampada è proposta da Zero nelle colorazioni bianco, nero, blu e arancio.

lampada Hoop Zero

Nuova lampada Hoop

Lo studio Front fondato da Anna Lindgren, Charlotte von der Lancken e Sofia Lagerkvist ha alle spalle una lunga collaborazione con Zero.

Per questo brand aveva già disegnato la lampada Plane (foto sotto) che sembra in qualche modo imparentata con la nuova Hoop.

lampada Plane Zero

Nuova lampada Hoop : la luce riposa dentro la gabbia

Loft luminoso che si sviluppa in altezza firmato da tIPS Architects

interno tIPS Architects

Loft luminoso che si sviluppa in altezza

L’appartamento ristrutturato per un single dallo studio tIPS Architects è uno spazio aperto caratterizzato da una passerella appesa alla soletta.

La zona giorno tutta rivolta verso sud-ovest ospita la cucina a vista.

Il grande bancone bianco a isola illuminato da sospensioni a cono nere integra il tavolo in legno massello di rovere piallato a mano.

Interno tIPS Architects

Le lampade a sospensione nere che illuminano la zona giorno enfatizzano l’altezza dello spazio.

La parete di fronte alle finestre è stata arredata in modo essenziale con un mobile basso sormontato da un ripiano e da una libreria a muro dal disegno irregolare.

Interno tIPS Architects

Dalla zona giorno si accede ad un grande terrazzo.

interno tIPS Architects

interno tIPS Architects

La scala che porta alla zona notte del livello superiore è formata da gradini in legno a sbalzo ancorati al muro.

La testa dei gradini è appesa con dei tiranti alla passerella costruita con putrelle in ferro e lamiera grecata a vista.

I tiranti a sezione tonda murati, saldati o imbullonati che delimitano il vano scala creano un piacevole effetto grafico e proteggono i gradini rendendoli più sicuri.

La pavimentazione in doghe di legno scalda l’open space del piano inferiore e ritorna anche sulla passerella.

In adiacenza alla passerella, una porzione della soletta è stata realizzata in vetro: ciò consente di lasciare visibile anche da questa zona lo spazio del livello inferiore.

Inoltre ciò consente anche di vedere il letto dalla cabina armadio che è raggiungibile da una scala in lamiera sottile.

Loft luminoso che si sviluppa in altezza

Loft luminoso che si sviluppa in altezza

L’artigianato veneto incontra il design contemporaneo

scatole Miniportrait Portego

L’artigianato veneto incontra il design contemporaneo

Gli oggetti di Portego reinterpretano in chiave contemporanea l’eccellenza dell’artigianato veneto.

Il brand punta sulla creatività dei giovani designer per esaltare attraverso nuovi linguaggi la tradizione e il saper fare dei maestri artigiani.

Il risultato sono delle collezioni molto curate nei dettagli e preziose nei materiali che hanno uno stile senza tempo.

In questo articolo mostriamo le foto di due oggetti dedicati alla bellezza femminile disegnati da Studio Lido.

specchio Selfportrait Portego

Selfportrait è uno specchio che nel design ricorda l’estetica delicata dei ventagli di carta orientali.

Lo specchio bifacciale con manico in legno intagliato è completato da due accessori alternativi:

un supporto in legno per agganciare lo specchio al muro oppure una base portaoggetti per tenerlo in piedi sul tavolo.

Lo specchio è proposto con manico in legno di ciliegio naturale oppure verniciato in diverse colorazioni.

specchio Selfportrait Portego

specchio Selfportrait Portego

artigianato veneto

Il design di Selfportrait è ripreso anche da Miniportrait, un altro oggetto per la toilette femminile.

Miniportrait è una coppia di scatole pensate per contenere piccoli oggetti e gioielli.

 

scatole miniportrait Portego

scatole miniportrait Portego

Il coperchio delle scatole riprende il motivo pieghettato dei ventagli che caratterizza il manico dello specchio Selfportrait.

Le scatole sono realizzate da un blocco di legno di ciliegio e il retro del coperchio è specchiato.

Anche le scatole Miniportrait sono proposte in diverse colorazioni.

scatole miniportrait Portego

L’artigianato veneto incontra il design contemporaneo

Rooftop Film Club : il cinema scala i grattacieli

Rooftop Film Club

Rooftop Film Club : il cinema scala i grattacieli

Gli italiani appassionati dei film visti rigorosamente al cinema piangono la chiusura di migliaia di sale cinematografiche in pochi anni.

Merito o demerito… a seconda dei punti di vista, delle piattaforme tipo Netflix che ci portano i film comodamente a casa nostra?

Sarà che le produzioni cinematografiche non riescono più a reggere la concorrenza delle appassionanti serie televisive diventate dei cult?

Sarà che la gente non ha più voglia di uscire di casa e preferisce rimanere inchiodata al divano per seguire le storie a puntate che si sviluppano in tante stagioni come il più appassionante dei libri?

Temo che queste non siano le ragioni della crisi delle sale cinematografiche.

Penso piuttosto che la causa sia l’incapacità del settore di evolversi e stare al passo con i tempi.

I locali e i ristoranti si rinnovano continuamente puntando sul design dell’ambientazione e sulle “nuove” cucine per offrire sempre delle novità.

Le marche costruiscono intorno al prodotto un mondo che va al di là dell’acquisto e che diventa un’esperienza più ampia e immersiva.

Persino i musei diventano più interattivi e coinvolgenti… ma le sale cinematografiche no, rimangono sempre uguali a se stesse.

Come se il cinema fosse qualcosa di intoccabile che non può cambiare per non perdere la sua dignità e il suo valore artistico.

Le sale sono per lo più luoghi vecchi e trasandati che fanno anche un po’ di tristezza, dove l’unica trasgressione è l’odore del pop corn.

Un posto dove si va solo durante le brutte stagioni, quando non c’è nient’altro di più interessante da fare.

Ecco perché d’estate non esce mai niente di interessante!

Perchè non pensare a una formula diversa?

Pensare che il cinema potrebbe essere una fonte di ispirazione inesauribile intorno alla quale creare tante nuove iniziative:

incontri con gli addetti ai lavori, rassegne sui diversi generi o dedicate a specifici target di spettatori, serate per svelare il backstage, le epoche storiche e le location dei film.

E poi corsi di approfondimento su tutto ciò che sta dentro o ruota intorno alla produzione cinematografica e… perché no, anche feste a tema dedicate ai fan dei diversi generi cinematografici.

Al di là del product placement, potrebbero anche nascere delle fruttuose collaborazioni con le aziende che, a seconda dell’epoca e del genere dei film, potrebbero presentare e far vivere i loro prodotti in un contesto nuovo.

Per rendere tutto questo possibile, il concetto della sala cinematografica dovrebbe essere completamente ripensato ed esteso per diventare un luogo polifunzionale dove è piacevole passare del tempo prima e dopo la proiezione del film facendo anche tante altre cose interessanti.

Intanto per fortuna qualcosa nelle grandi metropoli comincia a muoversi.

Il Rooftop Film Club ne è un esempio: in questo caso però la proiezione dei film si sposta dalle sale cinematografiche al chiuso per salire sui tetti… per ovvie ragioni solo d’estate.

Di che cosa si tratta

Rooftop Film Club è una brillante idea di un giocoliere e clown professionista di nome Gerry Cottle Jr. che ha pensato di piazzare dei maxi schermi sui rooftop dei grattacieli per proporre rassegne e proiezioni.

Rooftop Film Club

Le location tra le più suggestive del pianeta regalano insieme al film tramonti mozzafiato e panorami indimenticabili su città come Londra, Los Angeles, New York, San Diego e Houston.

Agli spettatori vengono forniti cuffie, una coperta e una buona dose di deliziosi snack.

E se la programmazione è serale, si può anche vedere il film sorseggiando champagne.

Alle proiezioni si aggiungono inoltre concerti e istallazioni.

Rooftop Film Club

La nuova formula del Rooftop Film Club ha avuto talmente successo che molti cineasti emergenti hanno iniziato ad utilizzare questo canale per presentare le loro produzioni.

Sulla scia del successo delle proiezioni cinematografiche a cielo aperto sulla cima dei grattacieli è nato addirittura un movimento ribelle chiamato Occupy Rooftop.

Chissà se l’iniziativa arriverà anche nelle città italiane?

Forse a noi mancano un po’ di grattacieli, ma in quanto a panorami mozzafiato non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Rooftop Film Club

Rooftop Film Club : il cinema scala i grattacieli