Dot di Monica Graffeo per Ever Life è un sistema modulare molto versatile e funzionale adatto al bagno e alla cucina anche quando lo spazio è limitato.
Come su un filo per stendere, sul sottile cavetto di acciaio che scorre all’interno di solidi cilindretti in ottone ancorati alla parete si possono appendere le salviette o altri accessori della collezione.
Gli elementi cilindrici servono da supporto a piccoli piani di appoggio per il sapone e i flaconi ma all’occorrenza funzionano anche da appigli sicuri con una tenuta certificata di 120 kg.
Dot è un sistema semplice, innovativo e utile che va incontro alle esigenze di tutte le età garantendo non solo funzionalità e sicurezza ma anche un risultato estetico originale e piacevole.
Il sistema modulare permette di “disegnare” liberamente la traiettoria del filo secondo le esigenze dello spazio, dai piccoli o più spaziosi ambienti della casa ai progetti contract e di hôtellerie.
Ever Life propone anche Roll (foto sopra), una seduta solida, leggera e waterproof.
Il rullo con interno in polistirolo riciclabile può essere rivestito anche con tessuti tecnici idrorepellenti per essere utilizzato nella doccia, in giardino o sul terrazzo.
La base è dotata di un sistema antisdrucciolo per garantire la massima sicurezza sia all’esterno sia nelle zone interne ad alto tasso di umidità.
Roll è completato con una rete elasticizzata utile per riporre prodotti per la cura personale, libri o riviste o altri piccoli oggetti.
La maniglia in tessuto colorato a contrasto permette di spostare facilmente la seduta.
Ever Life Design nasce dall’esperienza trentennale di Thermomat, azienda leader nell’ambito della sicurezza nell’ambiente bagno.
Ever Life mette al centro la persona e gli spazi in cui vive con un’attenzione all’evoluzione tecnologica e agli stili di vita contemporanei.
I prodotti coniugano le esigenze della funzionalità quotidiana e comfort con un design innovativo e originale.
Dot di Ever Life: il filo che collega i punti
In qualsiasi casa è molto utile creare un piccolo angolo studio per lavorare.
In questo articolo presentiamo tre scrittoi molto diversi l’uno dall’altro.
Ai cultori del design firmato dai grandi maestri, proponiamo AJ52 Society Table, una elegante scrivania disegnata niente meno che da Arne Jacobsen.
AJ52 Society Table fu creato nel 1952 appositamente per i nuovi uffici di New York della American-Scandinavian Foundation.
L’arredo è composto da scrivania, lampada, mensola e cassettiera “legati” insieme dal tondino metallico che forma anche le gambe.
Il piano della scrivania in legno massello è rivestito in pelle che si apre agli angoli per mostrare l’innesto delle gambe.
La mensola “aerea” in legno ha due scomparti con lati in vetro, la lampada è in acciaio inox satinato e la cassettiera “appesa” sotto al piano riprende l’essenza della mensola.
L’immagine di AJ52 Society Table è leggera e molto raffinata grazie al mix di materiali tecnici e freddi scaldati dalla presenza del legno.
AJ52 Society Table fa parte del catalogo di Carl Hansen & Son.
Se preferite un design contemporaneo valorizzato da un sofisticato gusto artigianale, probabilmente vi piacerà Pivot di SEM (Spotti Edizioni Milano), un nuovo scrittoio che è stato presentato all’ultima edizione della Milano Design Week.
Lo scrittoio disegnato da Giacomo Moor fa parte della collezione Pivot composta anche da libreria, consolle angolare e free standing, contenitore e tavolo basso.
Il design asciutto e grafico dello scrittoio gioca sui sofisticati contrasti materici dell’olmo fossile e delle acidature blu, azzurre, rosse e verdi dell’ottone di superficie realizzate in esclusiva per la collezione Pivot da Fonderia Battaglia.
Le aperture dei contenitori presentano un inaspettato sistema pivotante integrato nella struttura metallica.
Infine chi ama le linee minimaliste e la leggerezza estetica del cristallo può scegliere lo scrittoio della collezione Diapositive disegnata da Ronan & Erwan Bouroullec per Glas Italia.
Oltre allo scrittoio la serie comprende una panca, un divanetto e una piccola libreria, tutti realizzati in cristallo extralight stratificato e termosaldato, con elementi in massello frassino naturale o rovere moro fissati alle estremità delle spalle portanti.
Gli arredi della collezione sono proposti da Glas Italia in versione monocromatica in vetro trasparente nelle finiture extralight, grigio chiaro, grigio scuro, lilla o arancio o in versione bicromatica.
I piani degli scrittoi, disponibili anche con foro passacavi, sono completati da un pannello di legno frassino naturale o rovere moro.
Scrittoi d’autore per arredare l’home office
Pecora e Triangle sono due serie di rivestimenti molto particolari disegnati dallo studio giapponese Ryota Yokozeki per LIXIL.
I rivestimenti sono formati da tessere che vengono applicate con il bordo della piastrella inclinato.
In questo modo il rivestimento formato dalle superfici stratificate acquisisce un bellissimo effetto tridimensionale.
La serie Pecora costituita da piastrelle con il bordo inferiore arrotondato forma superfici geometriche che ricordano in modo stilizzato la scansione delle tegole dei tetti o le squame di un pesce.
Le tessere della serie Triangle presentano invece un motivo curvilineo che muove i tre lati. Qui l’effetto più morbido ma sempre stilizzato può ricordare la sagoma delle foglie seghettate.
Con i Rivestimenti tridimensionali Ryota Yokozeki Studio il risultato è sempre molto impattante, sia nelle combinazioni monocromatiche che assumono profondità grazie alla parziale sovrapposizione degli strati, sia negli abbinamenti con colori tono su tono o punteggiati di macchie di colore.
Se siete interessati a conoscere degli altri progetti dello studio giapponese Ryota Yokozeki, potete leggere questo articolo.
Rivestimenti tridimensionali Ryota Yokozeki Studio
Nell’articolo di ieri vi ho parlato del ritorno di Open House a Torino il 9 e 10 giugno.
Fra i 140 spazi grandi, piccoli, privati, pubblici, storici e contemporanei aperti quest’anno ce n’è davvero per tutti i gusti.
Casa Okumé, già presente nell’itinerario di Open House Torino l’anno scorso, è fra le location confermate anche quest’anno grazie al successo ottenuto nella prima edizione dell’evento con un’affluenza di oltre 600 visitatori.
Perché in questo articolo fra le tante location di Open House Torino vi parlo proprio di Casa Okumé?
Perché come interior designer ho firmato il design degli interni di questa abitazione.
Dopo avervi presentato in questo blog tante realizzazioni firmate da altri progettisti, questa mi è sembrata l’occasione giusta per parlarvi di un mio progetto.
Mostrandovi alcune immagini e raccontandovi un assaggio della storia di Casa Okumé, spero di farvi venire voglia di vederla dal vivo se sarete a Torino il week-end del 9 e 10 giugno.
Il progetto architettonico è stato firmato dall’architetto Raimondo Guidacci (qui sotto vedete un’immagine della facciata).
L’edificio era in origine una vecchia falegnameria in disuso in un cortile ben poco interessante.
Ora chi entra nel cortile rimane sorpreso perché trova qualcosa di inaspettato: un’architettura contemporanea inserita in un’oasi verde protetta dal rumore e dai ritmi della città.
L’architettura e il design degli interni sono caratterizzati da continui richiami grazie all’utilizzo di pochi “segni” e materiali che ricorrono ovunque in modo coerente.
Insieme al ferro, il multistrato in Okumé (un legno molto resistente alle intemperie) è molto presente sia all’esterno che all’interno.
Ecco spiegato il nome che ho dato al progetto.
L’ abitazione si sviluppa su due livelli:
il piano terra ospita in un open space il living e la cucina.
In un angolo è stata costruita una “scatola” rivestita in okumé che ho disegnato su misura per contenere il bagno principale.
Sul lato cucina il volume integra gli spazi per gli elettrodomestici e delle mensole che accolgono delle ceramiche bianche.
Una scala metallica bianca porta al primo piano mansardato anch’esso open space.
In fondo si apre la zona notte con lavabo e vasca a vista dove ho ricreato l’atmosfera raccolta e intima delle suites degli hotel di design.
In un piccolo spazio chiuso sono nascosti i servizi igienici.
Avrei ancora molte cose da raccontarvi su Casa Okumé, ma per non togliervi la sorpresa se verrete a visitarla, qui non vi dico altro.
Le visite si svolgeranno ogni 20/30 minuti e ci sarò io ad accogliervi per soddisfare le vostre curiosità.
Non è richiesta prenotazione.
Se non potrete venire a trovarmi e siete interessati a sapere di più del mio progetto, cliccate qui.
Foto: Jana Sebestova photography
Casa Okumé è fra le location di Open House Torino 2018
Conoscete già Open House? Forse avete già partecipato a questa bellissima iniziativa in qualche città italiana o straniera.
A Torino il 9 e 10 giugno Open House torna con la sua seconda edizione.
L’anno scorso la prima edizione è stata davvero un grande successo.
In questa città infatti Open House ha segnato il miglior esordio di sempre con numeri straordinari:
111 architetture normalmente chiuse al pubblico hanno aperto le porte a oltre 15mila visitatori per un totale di più di 36mila visite.
Una testimonianza del fatto che Torino, sempre più frequentata dai turisti, oltre alle piazze e alle vie porticate, al rigoglioso lungo fiume ai piedi della collina, ai musei di arte moderna e di storia offre anche tanti angoli segreti tutti da scoprire.
Grazie a Open House queste location private e pubbliche normalmente non visitabili saranno aperte al pubblico.
Le visite sono gratuite e hanno in genere una cadenza regolare ogni 20-30 minuti.
In alcuni casi sono condotte dagli stessi progettisti che soddisferanno le curiosità dei visitatori.
Open House Torino quest’anno proporrà oltre 140 location.
Gli spazi che hanno riscosso il maggior successo l’anno scorso sono confermati:
gli hotel di design NH Carlina e il Duparc Contemporary Suites, le case-studio come Zucca Architettura Factory e Studio Carlo Ratti Associati,
gli edifici barocchi convertiti in appartamenti come The Number 6 dove quest’anno apre l’attico.
The Number 6
E ancora, la Casa “più bella del mondo 2015” secondo ArchDaily, il Palazzo della Luce, i luoghi cult come il Dancing Le Roi disegnato da Carlo Mollino.
E poi le case sorprendenti da scoprire nei cortili come Casa Okumé di cui parleremo nell’articolo di domani o La Casa tra gli alberi.
Casa Okumé
La casa fra gli alberi
A queste si aggiungono tante new entry:
ad esempio il design contemporaneo dell’appartamento privato nella Casa Neogotica di San Salvario, il dietro le quinte del Café Müller,
il nuovo spazio per gli spettacoli di Cirko Vertigo, l’armonia del Giardino Segreto, lo studio d’architettura specializzato in paesaggio.
Ognuno a seconda dei suoi interessi potrà costruirsi il suo itinerario:
la Torino dall’alto dal grattacielo Lancia e dal campanile di Faa’ di Bruno, la Torino del liberty rivisitato dal design di Cit Turin e San Donato,
gli edifici ex industriali reinterpretati in modo innovativo, l’architettura contemporanea di The Number 6 e Casa Hollywood.
Casa Hollywood
L’evento, organizzato dall’Associazione Open House Torino, è reso possibile anche grazie ai volontari che in molti hanno chiesto di partecipare nuovamente anche a questa edizione.
Insomma… Open House Torino è un’occasione unica per vedere questa città come non l’avete mai vista in una grande festa che coinvolgerà tutti i quartieri della città.
Open House nasce a Londra 25 anni fa da un’idea di Victoria Thornton, fondatrice di Open House.
L’obiettivo dell’evento cultural-turistico è di allargare la conoscenza delle città e di stimolare il confronto sull’importanza dell’ambiente in cui viviamo.
L’associazione Open House Torino fa parte del network Open House Worldwide .
L’organizzazione internazionale ha sede centrale a Londra e sedi indipendenti in Europa, America, Medio Oriente e Australia.
Le aperture vengono organizzate in 36 città in tutto il mondo tra cui in Italia anche a Roma e Milano.
Roma in soli 5 anni ha visto il pubblico aumentare del 400% e Milano dal 2016, anno del debutto, riscuote un successo sempre crescente.
Open House Torino torna il 9 e 10 giugno