Queste due lampade pur avendo un design molto diverso hanno qualcosa in comune, il filo elettrico rosso.
Kina di Marco Zito per Bosa (foto sopra) è una lampada da tavolo o da parete con una forma molto particolare. Il corpo tubolare della lampada realizzato completamente in ceramica si flette morbidamente per salutare con un inchino il calar del sole e proietta un cono di luce.
Glam di Luc Ramael per Prandina ha la tipica forma delle abat-jour. Il diffusore però invece che essere in tessuto è in vetro soffiato colorato o con finitura a specchio. La trasparenza della base in cristallo rivela il colore del cavo elettrico che diventa così un motivo decorativo.
Lo studio di architettura Buero Philipp Möller ha ristrutturato una fattoria del 1890 a Moorenweis in Germania trasformandola in una suggestiva abitazione per una famiglia. La bellissima struttura dell’edificio con i pilastri e le capriate del tetto in legno è stata ripristinata com’era in origine. Lo spazio al piano terra è stato riorganizzato dividendo le diverse aree funzionali con delle murature che arrivano solo ad una certa altezza per conservare una certa continuità dell’ambiente e per sfruttare meglio la luce delle finestre. Mentre in alcuni ambienti l’arredamento, le porte e le lampade ricreano l’atmosfera tradizionale tipica delle case di campagna, altri spazi hanno un’immagine decisamente più moderna con murature tinteggiate in colori particolari. Dalla sala da pranzo a doppia altezza si può apprezzare la struttura in ferro nero che delimita il piano superiore e che ricorda le partizioni delle vecchie officine. Una scala a vista in ferro e legno porta alle stanze del livello superiore. Alcuni ambienti sono stati decorati con pannelli di colore nero che si abbinano con la tappezzeria a righe scure. Il nero ricorre anche in altri elementi dell’arredo creando un contrasto molto piacevole con il tono biondo del legno.
Fino agli anni ’70 il carrello era un accessorio molto presente nelle case. Probabilmente perché, essendo spesso la cucina e la sala da pranzo due locali separati, era necessario trasportare l’occorrente per apparecchiare la tavola da un posto all’altro. Oggi questi piccoli arredi con le ruote sono tornati di moda. In questo post ne presentiamo tre, tutti caratterizzati da un design molto semplice e fresco. Mai Tai di Odosdesign per Punt (foto sopra) è davvero essenziale: due vassoi sono sorretti da un telaio in legno con ruote. I vassoi che possono essere estratti ed utilizzati separatamente rendono questo piccolo carrello molto funzionale e adatto a tanti diversi utilizzi.
Block Table di Simon Legald per Normann Copenhagen sembra “parente” di Mai Tai. In questo caso i due piani di appoggio sono trapassati da quattro montanti simili a bastoni che proseguendo verso l’alto creano quattro pratici manici per muovere il carrello in tutte le direzioni. Block Table è un pratico coffee/tea table che può essere utilizzato anche in salotto, come comodino di fianco al letto o nella camera dei bambini.
Cart del designer Bao-Nghi Droste si ispira ai classici carrelli utilizzati una volta per servire il tè. Ha un design semplice che ricorda quello dei carrellini con cui giocano i bambini. E’ formato da una scatola in legno con gli angoli arrotondati che racchiude due vani chiusi, uno più grande che aperto funziona da piano di appoggio e uno più piccolo dove possono essere riposti oggetti più minuti. Il telaio a tre gambe composto da esili tubi di acciaio verniciati a polvere è dotato di due grandi ruote in legno. Per muoverlo c’è un semplice manico in legno.
Niente paura… non ci vedete doppio e non siete neanche diventati daltonici! Quella che vedete in questa foto è la “miniatura” in rosso della Tour Eiffel che l’azienda francese Fermob, produttrice di mobili da giardino, ha costruito per festeggiare il 125° anniversario del brevetto della sedia Bistro di Edourad Leclerc. Fra l’altro… anche la Tour Eiffel (quella vera) compie la stessa età quest’anno. Come la torre anche la sedia Bistro nel suo piccolo è una icona che tutti abbiamo in mente quando pensiamo a Parigi, quindi l’idea di accostarla al monumento simbolo della capitale francese per festeggiarne il compleanno è più che mai azzeccata! La torre Bistro, alta 13 metri e costruita con 324 sedie assemblate con 5184 rivetti e con 3888 punti di saldatura, è stata al Champ-de-Mars dal 24 giugno al 7 luglio, poi si è trasferita davanti all’Hôtel de Ville dal 19 luglio al 17 agosto per tutta la durata di Paris Plage. Ma torniamo alla sedia: la Bistro ebbe subito un grande successo anche grazie ai venditori di limonata che la adottarono subito perché, essendo pieghevole, non li obbligava a pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Poi Fermob acquistò il brevetto e la perfezionò. Bistro, nonostante la sua ragguardevole età, ha mantenuto intatto il suo fascino e oggi è prodotta in 24 colori e in centomila pezzi l’anno utilizzati in tutto il mondo nei parchi, nei déhors dei locali e in tantissimi giardini e terrazzi privati.
Ogni due anni la Grand Place di Bruxelles si veste con un immenso e coloratissimo tappeto fatto tutto di fiori. L’edizione di quest’anno di “Tappeto di Fiori” che si terrà dal 14 al 17 agosto celebra un cinquantennio di immigrazione e integrazione turca a Bruxelles. Il soggetto scelto per questa occasione è il kilim, uno dei simboli più noti della cultura e dell’artigianato anatolico. La piazza con i suoi meravigliosi palazzi storici, che sarà teatro di una grande festa di musica multietnica, farà da sfondo alla scenografica composizione di 1.800 mq allestita con 750.000 begonie in sole 4 ore da centinaia di maestri giardinieri. Il primo Tappeto di Fiori venne realizzato nel 1971 dall’architetto Etienne Stautemans che fu in seguito invitato a realizzare composizioni simili in Europa e nel mondo. Le Fiandre, dove la passione per le begonie è una tradizione consolidata, sono il maggior esportatore mondiale di bulbi, che vengono inviati in tutta l’Europa, il Giappone e gli Stati Uniti.