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ADDIO LAMPADINA

edisons nightmare - davide groppi

Quando un oggetto cade in disuso si usa dire che lo si appende al muro. Purtroppo è ciò che è accaduto ad una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi, la lampadina a incandescenza di Edison che dal settembre 2012 è stata bandita dal mercato della Comunità Europea. L’azienda di illuminazione Davide Groppi racconta questa storia con Edison’s Nightmare, una lampada da parete creata dal designer inglese Harry Thaler dove la lampadina, trafitta da un chiodo, è letteralmente appesa al muro. Una scultura luminosa sorprendente che con sintesi estrema e linguaggio minimalista saluta la fine di un’epoca.

edisons nightmare - davide groppi

edisons nightmare - davide groppi

I GIOIELLI DI RITA RODNER

gioielli rita rodner

Rita Rodner è un’artista designer che si esprime con la pittura, il disegno e la fotografia digitale. Più recentemente ha iniziato a realizzare anche gioielli, un’arte che le ha permesso di espandere la sua ricerca creativa dalle immagini bidimensionali agli oggetti dotati di volume tridimensionale. Il materiale più utilizzato è l’argento in diverse varianti di colore e in abbinamento con altri materiali. Rita Rodner si dichiara, più che affascinata, ossessionata dalla geometria. I suoi gioielli sono infatti composizioni essenziali e modernissime fatte di segni sottili e leggeri, una simbologia grafica che disegna il corpo giocando con colori a contrasto e che prende spunto dal linguaggio elementare ed immediato della segnaletica che si incontra nelle strade delle città.

gioielli rita rodner

TEATRO SUL FILO… DEL BUCATO

Pegzini Family

Ecco alcuni piccoli oggetti per rendere più allegro stendere la biancheria dopo aver fatto il bucato. La famiglia Pegzini di Monkey Business trasforma il filo per stendere in un circo fatto di personaggi equilibristi. Oppure il filo dello stenditore diventa il cavo di una cabinovia che al posto degli sciatori carica le mollette.

cabina portamollette - monkey business

Per rimanere più sul classico ci sono le mollette in legno di Mr Nico: ogni pinza è il personaggio di una storia.

mollette bucato - mr nico

 

NUOVO DIVANO CUBIT

divano cubit

Il primo prodotto di Cubit è stato un sistema modulare di scaffali studiato in modo che ognuno con grande facilità e libertà potesse creare la composizione più adatta alle proprie esigenze. Il sistema offre infatti una vasta gamma di moduli aperti o chiusi in tante dimensioni, profondità e colori. Utilizzando il configuratore on line si possono creare configurazioni pressochè infinite e facili da montare senza necessità di utensili grazie alla fessura presente sul perimetro dei moduli.
Cubit amplia ora la sua collezione presentando un divano anch’esso studiato all’insegna della modularità. Anche in questo caso i moduli fra cui scegliere sono tantissimi, con sedute, braccioli e spalliere di dimensioni variabili da mettere insieme facilmente senza l’uso di attrezzi grazie ad un funzionale sistema a incastro. I rivestimenti, realizzabili scegliendo fra molti tipi di tessuti, sono dotati di ancoraggi a velcro e cerniere che li rendono facilmente removibili. Inoltre il divano può essere completato con cuscini di vari formati fra cui un cuscino doppio che, ripiegato, cambia altezza e funzione.
Grazie alla grande modularità, alla robustezza Made in Germany e al design semplice e lineare che non passa di moda e che si adatta bene a qualsiasi tipo di ambiente, in caso di trasloco il divano Cubit può essere riconfigurato per inserirsi perfettamente nella nuova casa.

divano cubit

scaffale cubit

 

ABITARE IN UNA EX FABBRICA

interno - victor vasilev

Quando si tratta di convertire un edificio industriale in unità abitative, la sfida più complessa per il progettista è identificare la soluzione progettuale più corretta per sfruttare uno spazio che, essendo stato concepito per un’altra destinazione d’uso, ha grandi altezze rispetto alla superficie. Questo è esattamente il caso del progetto che descriviamo in questo post. A Milano, a fronte del frazionamento dell’ampio volume di una ex fabbrica in porzioni di metratura più contenuta, si sono ottenuti spazi con una larghezza di soli cinque metri a fronte di una altezza massima di ben nove metri. Per ricavare la metratura necessaria ad una comoda abitazione l’architetto Victor Vasilev, che ha firmato una delle nuove unità, ha quindi sfruttato l’altezza creando dei soppalchi studiandone accuratamente i collegamenti verticali. Il soppalco al livello superiore è stato dedicato alla zona letto padronale mentre sul soppalco sottostante ci sono le altre camere da letto. Il progetto architettonico preserva il carattere industriale dello spazio con vedute che enfatizzano l’ampiezza dello spazio e mantiene visibili le colonne in cemento armato. Inoltre sono stati utilizzati materiali industriali come il ferro e il cemento che sono stati scaldati inserendo rivestimenti e arredi fissi in rovere.

interno - victor vasilev