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MARJORIE SCHICK: LE SCULTURE CHE TRASFORMANO IL CORPO

sculture Marjorie Schick

Per dimensione, volume, peso e portabilità le realizzazioni dell’artista americana Marjorie Schick non possono certo essere definite “gioielli” nell’accezione comune del termine. Sono piuttosto delle sculture/ornamento tridimensionali che sovrastano la persona che li indossa facendola diventare essa stessa parte della scultura. Rispetto ai normali gioielli, in questo caso la forma cambia completamente la funzione: le costruzioni astratte e molto complesse si dilatano nello spazio circostante e mutano le proporzioni della figura umana modificando la postura e condizionando il movimento. La persona interagisce con l’opera d’arte diventando una scultura vivente che fa da “sfondo” all’opera stessa. Le realizzazioni, fatte con materiali leggeri come il papier-maché, il filo d’acciaio e il compensato, sono composte da forme geometriche il cui ritmo è evidenziato dal contrasto di colori vivaci e brillanti. Il lavoro di Marjorie Schick si inserisce negli anni ’60, quando l’approccio ai gioielli fu rivoluzionato e i materiali tradizionali, le tecniche e i significati sociali dei gioielli occidentali vennero messi in discussione. Le opere d’arte di questa artista creano un impatto e una tensione visiva fra oggetto decorativo e corpo umano che sprigionano grande energia.

PORADA SI GUARDA ALLO SPECCHIO

stars - porada

Avete voglia di decorare tutta la parete ma l’ambiente è piccolo? Una soluzione che a me piace molto in questi casi è creare una composizione utilizzando tanti specchi. La riflessione moltiplicherà lo spazio facendolo sembrare più ampio. Bellissimo ad esempio l’effetto della composizione mostrata nella foto qui sopra creata con le diverse dimensioni di Stars di Tarcisio Colzani per Porada. Questo specchio con cornice in frassino ha un supporto che, staccandolo leggermente dalla parete, crea delle belle ombre con la luce radente. Un altro specchio di Porada perfetto per fare composizioni è Mix di Carlo Ballabio perché proposto in varie forme belle da combinare insieme. Se invece preferite utilizzare un solo specchio, date un’occhiata a Giolo di Opera Design sempre per Porada: mi piace molto per la sua forma irregolare sottolineata da una cornice importante in noce canaletto. In questo modo creerete l’illusione che al di là del muro ci sia un altro ambiente.

mix - porada

giolo - porada

NUOVE DIMENSIONI PER BELL

bell - normann copenhagen

La linea di lampade a sospensione Bell disegnata da Andreas Lund e Jacob Rudbeck per Normann Copenhagen fino a poco tempo fa disponibile in due dimensioni si arricchisce con due nuove misure. Questa lampada dalla forma a campana caratterizzata dall’aggancio ben visibile ha un’estetica molto piacevole sia utilizzata singolarmente che in gruppo. Adesso, mescolando elementi di diametro di 22,35, 42 fino a 55 cm e abbinando i colori sabbia e grigio, si presta ancora meglio per creare delle bellissime cascate decorative. Bell è realizzata in alluminio con parte interna bianca per riflettere la luce. Per la sua immagine industriale ma allo stesso tempo morbida ed elegante è adatta a qualsiasi ambiente della casa o dell’ufficio.

bell - normann copenhagen

bell - normann copenhagen

bell - normann copenhagen

 

INTERNO CONTEMPORANEO CON LEGNO E FERRO

interni - studio LCA

L’appartamento oggetto di questa ristrutturazione presentava in origine una distribuzione degli spazi tipica degli anni ’60, con un corridoio da cui si accedeva nelle varie stanze. I muri divisori sono stati eliminati per ricavare uno spazio libero in cui sono stati posizionati tre volumi che contengono i due bagni e la cucina. In questo modo lo spazio dà una sensazione di maggiore ampiezza e tutto l’ambiente può godere della luce e del bel panorama esterno. I percorsi sono fluidi e le varie aree funzionali, non più rigidamente definite, permettono di vivere la casa diversamente nei vari momenti del giorno. L’interno è caratterizzato dal contrasto fra il bianco dei muri e del soffitto e il nero del rivestimento in lamiera di ferro grezzo con cui è stato rivestito uno dei volumi. Il ferro nero prosegue bordando la parte superiore e inferiore dell’area che accoglie la cucina a vista mettendola in evidenza come se fosse in cornice. L’ambiente è scaldato dalla presenza del rivestimento in legno di rovere di alcune murature e la stessa essenza è stata utilizzata per la pavimentazione e per gli arredi che si integrano nell’architettura dell’interno. Una grande libreria sempre in ferro richiama il tono scuro facendo da sfondo al living. Il progetto di ristrutturazione è stato curato dallo studio LCA (Luca Compri Architetti).

“NO NAME DESIGN” ALLA TRIENNALE DI MILANO

no name design - triennale milano

Nel precedente post abbiamo parlato della collezione di Riva 1920, una serie di sgabelli in legno che, riproducendo la forma di oggetti di uso quotidiano, ne celebra la bellezza estetica. Nella vita di tutti i giorni sono tanti gli oggetti che utilizziamo con noncuranza per scopi prettamente funzionali. Siamo talmente abituati a loro da non accorgerci che questi oggetti racchiudono qualità tecniche ed estetiche straordinarie. Una bellezza semplice determinata direttamente dalla loro funzione e frutto dell’ingegno di progettisti di cui spesso non si conosce il nome. Dal 19 giugno al 14 settembre il Design Museum della Triennale di Milano dedica proprio agli oggetti di uso comune “No Name Design”, una mostra che raccoglie una selezione di circa 1.000 oggetti classificati per funzione, tipologia, materiale e associazioni formali. “No Name Design” è curata da Hans Hansen e dall’industrial designer Franco Clivio, un vero e proprio cultore dell’argomento che fin da bambino colleziona e cataloga con la precisione di uno scienziato oggetti di uso comune.